Israele, raid contro Gaza: 20 vittime, 9 sono minorenni. Netanyahu: «Varcata la linea rossa»
Tensione altissima a Gerusalemme. È scaduto alle 17 (ora italiana) l’ultimatum fissato da Hamas perché le autorità israeliane ritirassero i soldati dalla Spianata delle Moschee e dal quartiere di Sheikh Jarrah e rilasciassero i manifestanti palestinesi arrestati. «Siete stati avvertiti», ha detto il portavoce dell’ala militare di Hamas, Abu Odeiba. Gerusalemme e altre cittadine limitrofe sono state inondate dal suono delle sirene di allarme per la pioggia di razzi in arrivo. I media locali hanno riferito che si sono udite esplosioni nella città, teatro delle proteste nelle ultime settimane per lo sfratto di famiglie arabe dal quartiere di Sheikh Jarrah. Le città di Tel Aviv, Rishon Lezion e Ramat Gan hanno aperto i rifugi pubblici anti missile.
Il lancio dei razzi
Sono sette i missili lanciati dalla Striscia di Gaza verso Gerusalemme, di cui uno intercettato. Sebbene l’esercito israeliano, in un primo momento, non abbia confermato l’offensiva palestinese, il portavoce dell’ala militare di Hamas ha rivendicato l’attacco: «Si è trattato di una risposta all’aggressione e ai crimini contro la Città Santa e alle prevaricazioni contro il nostro popolo nel rione di Sheikh Jarrah e nella moschea al-Aqsa». Secondo il portavoce militare di Israele sono stati 150 i razzi lanciati da Hamas dall’inizio dell’attacco.
Almeno 20 morti a Gaza
Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha chiarito la posizione del Governo: «Hamas ha varcato una linea rossa. Israele colpirà con grande potenza, non tolleriamo attacchi al nostro territorio, alla nostra capitale, ai nostri cittadini e ai nostri soldati. Chi ci attacca pagherà un duro prezzo». L’esercito di Israele ha cominciato una serie di attacchi contro i territori più a nord della Striscia di Gaza. Secondo il ministero della Sanità di Hamas a Gaza sarebbero morte 20 persone, di cui 9 minorenni. Nel Sud di Israle invece, l’ordine arrivato dall’esercito ai civili è di restare chiusi in casa e in prossimità dei rifugi antiaerei. Per la giornata di domani, 11 maggio, sono state chiuse tutte le scuole nella parte meridionale di Israele.
Evacuazioni in corso
I parlamentari israeliani, non appena sentite le sirene, hanno abbandonato l’aula della Knesset e si sono allontanati dal palazzo che si trova a Gerusalemme. La polizia israeliana, inoltre, ha accelerato le operazione di evacuazione di uno dei posti più sacri per la religione ebraica, il Muro del Pianto della Città Vecchia di Gerusalemme. L’allarme è esteso a molte altre città di Israele: i missili potrebbero raggiungere anche Tel Aviv e, per questo motivo, le rotte aeree in arrivo e partenza dall’aeroporto Ben Gurion sono state dirottate a Nord del Paese.
Feriti e danni in Israele
Un uomo israeliano di 49 anni è stato ferito in maniera lieve da una scheggia nella città meridionale di Sderot. L’ala militare della Jihad islamica ha rivendicato il lancio di un missile anticarro che, stando al rapporto dei militari israeliani, avrebbe colpito un veicolo civile ferendo una persona. Per quanto riguarda la pioggia di razzi scagliata su Gerusalemme, il sistema di difesa aerea Iron Dome sarebbe riuscito a intercettare un missile. Un altro razzo, invece, è riuscito a colpire un’abitazione nella periferia della città. Segnalati danni a immobili e oggetti ma, per il momento, non sarebbe coinvolte persone a Gerusalemme. Alle 21 ore locali – le 20 in Italia -, in risposta agli attacchi israeliani, Abu Hamza, portavoce dell’ala militare della Jihad islamica, ha avvertito che ci sarà «una risposta adeguata» ai danni di Israele.
Montaggio video di Luca Covino. Credits: Instagram/hanood7sn; Ansa e Twitter/ @elnatan_amitai – @talschneider
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