Ddl Zan, Letta chiede al Pd di approvare il testo senza emendamenti. Ma il partito non è compatto
Approvare il ddl Zan così com’è, senza emendamenti. Perché il Pd «non si deve far mettere i piedi in testa dalle idee retrograde della Lega». Il segretario dem Enrico Letta si è rivolto così ai senatori del suo partito, riuniti in assemblea. «L’Italia deve fare un passo avanti di civiltà e con il ddl Zan può farlo», ha aggiunto il segretario, «non ci sono più le condizioni politiche per un terzo passaggio. Fuori il dibattito si è radicalizzato non per colpa nostra, tra di noi la discussione è seria e legittima. Ma il Pd non si deve far mettere i piedi in testa da idee retrograde della Lega. Mi assumo la responsabilità di chiedervi di approvare la legge così com’è».
Sullo stesso tema è intervenuto in assemblea il senatore Luigi Zanda, secondo il quale se il Pd dovesse fallire l’approvazione del disegno di legge contro l’omofobia «sarebbe un colpo per il partito, perché è un provvedimento che porta il nostro nome». Ma nel partito ci sono posizioni divergenti. È il caso per esempio di Aurelio Mancuso, ex presidente di Arcigay, esponente del Pd e presidente di Equality Italia, promotore di un appello di 400 personalità di centrosinistra che hanno chiesto modifiche al testo «Letta non può dire che tutto il partito è d’accordo perché non è vero. Mentre lui stava a Parigi, chi ha chiesto cambiamenti fin dall’iter della Camera è stato ignorato».
Gli interventi critici in assemblea
In assemblea gli interventi di Valeria Valente, Valeria Fedeli e Stefano Collina sono stati piuttosto critici su alcuni punti specifici del provvedimento. E anche Andrea Marcucci, che si è detto disponibile a votarlo, ha chiesto «rispetto per chi la pensa diversamente». Entrando nei dettagli, per Valente il Pd avrebbe potuto «trovare maggiore consenso con il centrodestra, evitando una discussione su blocchi ideologici». Mentre per Fedeli «c’è una parte dell’opinione pubblica che chiede una norma per proteggere di più la comunità Lgbt, ma dovevamo lasciare fuori la violenza sulle donne che ha altre motivazioni. Vogliamo portare a casa una legge, ma sapendo che esiste il voto segreto, vorrei sapere come si fa. Noi ora in Senato dobbiamo audire tutte le associazioni ignorate alla Camera».
Infine, per Collina, il ddl Zan «rischia di essere la piattaforma ideale per altre leggi meno condivise e ci sono delle richieste di modifica da accettare, lottiamo per difendere chi deve essere protetto, ma evitiamo derive legislative». E il senatore Mino Taricco condivide l’obiettivo di avere una norma che «sanzioni reati contro la comunità Lgbt», ma non condivide «il modo in cui il Pd ha affrontato questa discussione, attaccando chi la pensa diversamente. Io ve lo dico chiaramente, questo disegno di legge va cambiato».
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