Caio Mussolini e il meme complottista: il pronipote del Duce va a caccia della congiura demo-pluto-giudaico-massonica
Massimo Polidoro, giornalista e divulgatore scientifico, a pagina 191 del suo libro Il Mondo sotto sopra dedica un capitolo sul fantastico mondo del «complotto demo-pluto-giudaico-massonico», la tesi fascista del complotto sul tema degli ebrei alla conquista del mondo. Un esempio è quello dell’invasione dell’Etiopia, dove le critiche e le minacce di sanzioni da parte di nazioni come l’Inghilterra diedero il pretesto a Benito Mussolini di dimostrare che le potenze «plutocratiche», «ispirate dal capitalismo ebraico», puntavano ad «affamare l’Italia e a “rubare un posto al sole” cui gli italiani hanno supremo diritto».
Una sorta di vittimismo volto all’autoconvincimento, dove viene posto di fronte al pubblico un fantomatico nemico oscuro o società segrete da combattere in quanto intenzionate a controllare tutto e tutti. “Buon sangue non mente”, direbbe qualcuno, e lo dimostra proprio Caio Mussolini attraverso un post su Instagram pregno di complottismo massonico.
Caio Mussolini condivide un’immagine raffigurante diversi loghi aziendali, tra i quali Google e Facebook, che vengono associati a tipici loghi massonici. Il politico italiano, appartenente al partito di Giorgia Meloni Fratelli d’Italia, commenta con una domanda: «Sarà un caso?». Manca solo il meme di Adam Kadmon «Coincidenze? Io non credo» per chiudere il cerchio.
Massimo Polidoro, nel capitolo del suo libro e nel suo sito, riporta le parole di Umberto Eco per descrivere il fenomeno:
In genere ogni forma di populismo, anche contemporaneo, cerca di ottenere il consenso parlando di una minaccia che viene dall’esterno, o da gruppi interni. Ma chi ha saputo creare intorno ai propri casus belli un efficace contorno di teoria del complotto non è stato solo Hitler, che sul complotto giudaico ha fondato non solo il massacro degli ebrei ma anche tutta la sua politica di conquista contro quelle che la stampa italiana chiamava le plutocrazie demogiudaiche. Un abile miscelatore di casus belli e teoria del complotto è stato Mussolini
Pur definendo il post di Caio Mussolini come una sorta di «invito al ragionamento», l’immagine condivisa circola da anni sui social e in siti internet specializzati nelle teorie del complotto per sostenere l’idea che dietro aziende potenti come Google, Facebook ed Apple ci siano “gli illuminati” e i massoni. Non è presente quello di Microsoft Windows, nonostante le migliaia di accuse complottiste rivolte a Bill Gates, forse per fortuna dello stesso Caio Mussolini perché qualcuno potrebbe vederci ben altro logo: quello della svastica nazista.
Come potete ben osservare, i teorici del complotto hanno un fervida fantasia e spesso non si rendono conto che quella di uno si scontra con quella dell’altro. Lo stesso Caio Mussolini potrebbe essere accusato da un’area del complottismo italiano per un altro suo post su Instagram, quello dove elogia un’iniziativa del Rotary Club che alcuni associano alla massoneria.
Che dire dei loghi del meme condiviso da Caio Mussolini? Prendiamo come spunto quello di Google, il noto motore di ricerca che una volta si chiamava BackRub.
Qualcuno conosce l’origine del nome con la grande G? Deriva da Googol, un numero intero che inizia con l’1 seguito da un centinaio di zeri che, in qualche modo, descrive un po’ la paginazione originale presente in fondo alle ricerche dello stesso motore di ricerca. Come mai Google anziché Googol? Questa è un’altra curiosità che non riguarda la massoneria, per buona pace dei complottisti: secondo qualcuno sarebbe dovuto a un errore di scrittura durante la registrazione del dominio. Il logo di GMail? Non è altro che una raffigurazione di una busta delle lettere.
Vogliamo parlare di altri loghi non citati nel meme di Caio Mussolini? Per farlo prendiamo ad esempio il marchio Adidas (indossato dal politico in una foto), vittima anch’esso di un disperato tentativo di collegamento da parte dei complottisti ai simboli esoterici, forse partito tutto per scherzo (ma a volte lo scherzo, purtroppo per qualcuno, diventa realtà).
Facendo lavorare l’immaginazione tutto è possibile, del resto il mondo è pieno di personaggi che recitano la frase di Adam Kadmon per sostenere numerose dietrologie. Ecco, onde evitarne qualcuna da parte di qualche lettore un po’ troppo fantasioso, bisogna estremamente precisare che il libro di Massimo Polidoro è soltanto la fonte utile per descrivere il fenomeno e non un’insensata e sgradevole associazione tra il citato Benito Mussolini e il titolo dell’opera, Il Mondo sotto sopra.
Una coincidenza assolutamente non voluta, lo ripetiamo, ma se volete divertirvi potete lavorare di fantasia con la pagina 191 dello stesso libro da cui viene tratta questa riflessione: i numeri, spostandoli, formulano «911». Buon “gomblotto”!
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