I numeri in chiaro, Taliani: «Le riaperture non hanno comportato rischi insostenibili: possiamo essere ottimisti per il futuro» – Il video
«I dati odierni hanno tutti segno negativo, quindi il quadro è molto confortante». Così la professoressa di Malattie infettive dell’università La Sapienza di Roma Gloria Taliani commenta i dati di oggi, 13 maggio, e l’andamento della pandemia negli ultimi mesi che sta iniziando a dare segnali «finalmente confortanti». «Per ritrovare valori simili ai dati odierni – spiega la dottoressa Taliani – bisogna guardare molto indietro al nadir precedente (il valore più basso dei picchi epidemici), ossia ai dati del 20 di febbraio». «I valori odierni – osserva l’infettivologa – risultano essere inferiori rispetto al minimo registrato tra i due picchi su tutti gli indicatori del bollettino di monitoraggio Covid dell’Iss. E il trend risulta essere costantemente in decrescita».
«Questo è un segnale di decremento reale e del fatto che le cose stanno cambiando in meglio – prosegue -. Il trend è nettamente in decrescita e probabilmente questa tendenza è destinata a mantenersi nei prossimi mesi». «A differenza dell’anno scorso, però – osserva ancora – abbiamo un controllo della situazione legato all’aumento delle persone che hanno sviluppato gli anticorpi anti-Covid e che sono vaccinati». Insomma, «anche volendo essere più realisti del re, quella che oggi abbiamo sotto gli occhi è una situazione di tutta rassicurazione».
«Allo stato attuale abbiamo il 3,9% dei ricoverati con sintomi sul totale degli attualmente positivi, mentre il 20 febbraio era pari al 4,6%: quindi non sono diminuiti solo in numero assoluto, ma anche percentualmente. Più elevato, invece, il numero dei soggetti in isolamento domiciliare». «Questo dato – spiega ancora la professoressa – rafforza l’ipotesi che questi numeri non sono solo in decrescita in senso assoluto, ma slittano anche verso una minore severità del quadro clinico, che richiederebbe un accesso al ricovero ordinario».
Insomma, a detta della professoressa Taliani «il quadro è coerentemente rappresentativo di una condizione di ottimismo. Questo è particolarmente bello da dire perché si conferma che le riaperture non hanno comportato dei rischi non sostenibili e che possiamo procedere lungo la strada intrapresa con un relativo ottimismo. Anzi, con un certo grado di ottimismo».
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