Verso il cambio dei colori, Sardegna e Sicilia pronte alla zona gialla. La svolta con le nuove regole: tre Regioni sperano nella zona bianca
Alla vigilia del nuovo monitoraggio settimanale sull’andamento della pandemia da Covid-19, i dati finora disponibili sembrano anticipare un’Italia tutta in giallo tranne che per una regione. Secondo i probabili numeri che la Cabina di Regia diffonderà domani, come ogni venerdì, la Valle D’Aosta sarà l’unico territorio a rimanere in arancione, con Sardegna e Sicilia che invece si uniranno al resto delle regioni già nella zona più bassa di rischio. Ma c’è di più. Dai dati preliminari sembrerebbe tornare la possibilità di una zona bianca per almeno tre territori: Molise, Friuli Venezia-Giulia e Sardegna potrebbero liberarsi delle restrizioni da zona gialla con piscine e palestre aperte, cene senza coprifuoco e centri commerciali attivi anche nei weekend. La decisione però non sarà prevista nell’immediato: dal monitoraggio degli indici, e quindi a partire da domani, serviranno tre settimane di numeri stabili, con il mantenimento del tasso di incidenza sotto i 50 contagi ogni 100 mila abitanti.
Dal 24 maggio cambio del coprifuoco
Calcolando le tre settimane a partire da domani, la data del 24 maggio sarà dunque il banco di prova per la ricomparsa della zona bianca, per la prima volta sperimentata l’1 di marzo scorso dalla Sardegna, poi tornata nel giro di 10 giorni in arancione e poi in rosso. Ma il 24 di maggio potrebbe essere anche il confine per decisivi cambiamenti di restrizioni e parametri. La Cabina di Regia convocata lunedì prossimo dal premier Mario Draghi a Palazzo Chigi servirà a discutere alcune importanti richieste provenienti dai partiti. Tra le decisioni da prendere lo slittamento del coprifuoco dalle 22 alle 23, l’anticipazione del pranzo al chiuso nei ristoranti per ora prevista il primo di giugno, la ripartenza dei parchi divertimento.
Addio all’Rt, nuovi parametri per i colori
Il nuovo sistema di parametri per decidere l’appartenenza di una Regione a un preciso livello di rischio, e quindi al colore corrispondente, potrebbe essere introdotto già dal venerdì della prossima settimana. L’istituto Superiore di Sanità sembrerebbe aver trovato un’intesa con i singoli territori per un cambiamento sostanziale: non sarà più l’indice Rt ad essere decisivo per stabilire la zona rossa, arancione o gialla ma diventeranno parametri chiave l’incidenza dei casi per 100 mila abitanti e il numero di posti letti occupati nelle strutture ospedaliere della Regione presa in esame. In base al tasso di incidenza si parlerà di rosso se questo supererà i 250 casi su 100 mila abitanti, così come prevede anche il sistema di valutazione attuale; di arancione dai 249 casi ai 150 per 100 mila abitanti; di giallo dai 149 ai 50 casi. Sotto i 50 contagi su 100 mila persone si parlerà invece di zona bianca.
Il parametro dei posti letti potrebbe essere introdotto ancora più in là, verso la metà di giugno, quando il passaggio in zona rossa dipenderà dal superamento delle soglie di occupazione del 30% per le intensive e del 40% per i ricoveri ordinari. SI passerà direttamente in zona gialla invece se i dati di occupazione saranno inferiori al 20% e al 30%. In quanto all’indice Rt, l’Iss non sarebbe propenso ad eliminarlo del tutto ma ad usarlo, in una sorta di pensionamento dall’attività principale, come campanello di allarme per le Regioni quando i dati si starebbero avvicinando troppo al rischio di zona rossa, invitandole a prendere provvedimenti.
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