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Covid, Galli torna a parlare (a un convegno): «Vaccinare velocemente i giovani se vogliamo l’immunità di gregge»

17 Maggio 2021 - 15:35 Redazione
Massimo Galli
Massimo Galli
L'infettivologo è intervenuto nel corso di un incontro alla Horizon Academy: «Il mio silenzio stampa? Mi sono tirato fuori da una mischia scorretta»

Nella sua pausa dai media, il professor Massimo Galli è tornato a dire la sua sulla gestione pandemia nel corso di un incontro per il ciclo di alta formazione Horizon Academy. Il Direttore del Reparto di Malattie Infettive all’Ospedale Sacco di Milano è entrato nel vivo di una delle questioni che saranno centrale nelle prossime settimane: la vaccinazione dei più giovani contro il Coronavirus. «Ormai è chiaro che, soprattutto con le varianti, questa fascia d’età è un importante serbatoio di infezione», ha dichiarato. «Non potremo auspicare all’immunità di gregge se non saremo in grado di fare i vaccini nel più breve tempo possibile anche i bambini e i ragazzi».

Secondo Galli è dunque positiva l’approvazione da parte della Food and Drug Administration del vaccino Pfizer per i ragazzi dai 12 ai 15 anni. «Una buona notizia che speriamo venga al più presto approvata anche da Ema», ha detto. «È ideologico dire che la circolazione dei giovanissimi è indolore. Siamo gente di università e scuola, ma davvero la scuola è la grande innocente? Per qualcuno è stato comodo dimenticare la variante inglese», ha commentato mostrando alcune slide dove si nota come l’incremento dei contagi tra gli 0 e i 9 anni sia stato dell’83% nel periodo dal 29 dicembre e il 10 marzo (quello in cui si è affermata la B117 anche in Italia).

«Mi sono tirato fuori da una mischia scorretta»

Qualche giorno fa Galli ha fatto sapere che, dopo un periodo sotto i riflettori, si sarebbe fatto da parte per un po’ rinunciando a interviste e ospitate televisive. «Non so per chi sia fatta la politica ma è un altro paio di maniche e non ho più voglia di essere definito l’esperto di parte», ha detto in occasione dell’evento. «Mi sono tirato fuori da una mischia che stava diventando più scorretta di quella rugbistica».

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