Il rapporto complicato di Battiato con la politica: dai Radicali ai pochi mesi da assessore in Sicilia, quando litigò con destra e sinistra – Il video
All’inizio della sua carriera Franco Battiato, scomparso oggi all’età di 76 anni, non aveva mai impegnato la sua musica alla politica. Dopo anni di successi, l’artista siciliano pubblicò nel 1991 il brano “Povera Patria”. Nel testo Battiato criticò la classe dirigente rea di aver affossato il Paese ricevendo, nel contesto politico dell’epoca, a pochi mesi dallo scandalo di Mani Pulite, ottimi riscontri dal pubblico. La politica dal canto suo lo inserì pantheon dei musicisti impegnati, un processo attuato sia da realtà di destra che di sinistra. I dubbi su una sua posizione ideologica furono dissipati in un’intervista del 2005 al Corriere della Sera dove l’artista affermò di votare per la giunta di centrosinistra a Catania e che se avesse vinto il sindaco uscente Umberto Scapagnini sarebbe «andato via dalla città». Da quell’articolo inizia in un certo senso il periodo politico di Battiato. A ridosso di quel pezzo, infatti, la Alleanza Nazionale aveva espresso dispiacere per le dichiarazioni del cantante ritenuto vicino alla destra dopo un concerto alla palazzina Liberty a Milano. Battiato a riguardo rispose: «Io di destra? Mai stato nella vita». «Così come non sono di destra né di sinistra», ribadì poco dopo in un’intervista a Lilli Gruber.
L’impegno con i Radicali e la nomina in Sicilia
«Qualcuno si è inventato la storia per cui sarei di destra, non è vero», disse Battiato in un’intervista del 2005 rilasciata sempre al quotidiano di via Solferino. «Se uno legge bene le mie cose sa da tempo che sono un proletario dello spirito. Sono sempre stato vicino a una certa sinistra; non certo quella sovietica; la sinistra dei diritti e delle libertà». La propensione verso quel tipo di sinistra scaturì nell’appoggio di Battiato ai Radicali in vista delle elezioni politiche del 9 e 10 aprile 2006. All’annuncio del voto alla lista Rosa nel Pugno, fatto durante il giorno del suo 61esimo compleanno, seguì tre anni più tardi anche il supporto alla Lista Emma Bonino alle europee del 2009. Qualche anno più tardi da quel battesimo del fuoco arrivò l’annuncio in conferenza stampa nel novembre del 2012: Battiato si rese disponibile a far pare della giunta regionale siciliana di centro-sinistra guidata da Rosario Crocetta. Esperienza che fini pochi mesi dopo, a marzo 2013.
La polemica con Salvini e Boldrini
Nel 2013 al Parlamento europeo, Battiato pronunciò la frase che chiuse la sua esperienza politica. «Queste tro** che si trovano in Parlamento farebbero qualsiasi cosa. È una cosa inaccettabile, sarebbe meglio che aprissero un casino», disse a ridosso della presentazione del progetto . Quelle dichiarazioni scatenarono polemica da destra e sinistra. Via Twitter Matteo Salvini disse che Battiato era «un piccolo uomo». L’allora presidente della Camera Laura Boldrini definì le parole del cantante «disdicevoli» e lo stesso Crocetta revocò l’incarico da assessore regionale ai Beni Culturali all’artista. Battiato si difese dicendo che la frase era riferita a uomini e donne e che «ci sono parlamentari che hanno accettato denaro per votare decreti e leggi dannose per il paese», come detto in una puntata di Otto e Mezzo del 2015.
Video: YouTube/La7
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