La coerenza del Pd crolla su Linkedin: dalla battaglia contro gli stage alla ricerca di stagisti per le elezioni di Milano
Se la classe politica italiana partecipasse, con una sua delegazione, ai Giochi olimpici di Tokyo, gareggerebbe certamente nella disciplina dei tuffi. Da quando si è insediato il governo Draghi, poi, l’esecuzione dei carpiati si è fatta sopraffina: la Lega difende l’europeismo, il Movimento 5 stelle sostiene un ex banchiere, Forza Italia firma i disegni di legge insieme a quelli che un tempo additava come «comunisti». L’ultima acrobazia sulla coerenza è arrivata dal Partito democratico, ed è clamorosa per il tempismo. Due giorni fa, il 20 maggio, i Dem proclamavano la battaglia contro gli stage, 24 ore più tardi pubblicano un annuncio di lavoro per stagisti.
L’annuncio del Pd su Linkedin smentisce la proposta sul lavoro giovanile
«Basta allo stravolgimento dell’uso degli stage. Se sono un falso modo di assumere le persone, non vanno bene per niente – aveva dichiarato Enrico Letta all’evento La precarietà non è destino. Una riforma per il lavoro dei giovani -. Quello del Pd è un impegno complessivo per i giovani». La proposta Dem prevede il blocco degli stage non retribuiti e degli stage non collegati alla scuola o all’università frequentata, sostituendoli con l’apprendistato. Ma come fare a rinfoltire la squadra per le elezioni comunali che, il prossimo autunno, si terranno a Milano? Con una posizione di intern – stagista, tradotto dall’inglese – per la comunicazione sui social media.
A qualche ora dalla pubblicazione dell’annuncio su Linkedin, sono oltre 30 i candidati per l’offerta di lavoro caricata sulla piattaforma dal Partito democratico della città metropolitana di Milano. «Al momento non sono disponibili informazioni sulle retribuzioni», si legge, ma il tirocinio di sei mesi e full time non ha, tra i requisiti, i paletti posti dal segretario Letta nel suo discorso sulla dignità del lavoro giovanile. E pensare che erano stati proprio i Giovani democratici – giovanile del Pd – di Milano a lanciare una raccolta firme per fermare il precariato giovanile. «Salva lo stagista frust(r)ato», è il titolo della loro petizione sottoscritta da più di 50 mila persone.
Gd Milano traditi dal Pd
«Se non ti pagano o ti sottopagano, se non ti formano, non è lavoro. È sfruttamento» è il claim della protesta dei giovani Dem milanesi, ignari che il loro stesso partito pubblicasse offerte di lavoro in contrasto con la loro battaglia e raccolta firme. «Lo stage non è un contratto di lavoro, ma è spesso usato per sfruttare giovani a basso costo e senza tutele lasciandoci precari e senza futuro – scrivono -. Tutto ciò accade a scapito dell’apprendistato: il vero contratto di lavoro e formazione». Per superare questa situazione, hanno preparato una proposta di riforma che prevede «una sola tipologia di stage, legato al titolo di studio, con un giusto compenso e più tutele, attivabile solo fino a tre mesi dopo il termine della formazione». Niente di tutto ciò compare nell’annuncio pubblicato dal Pd dei grandi.
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