«Noi 30enni cresciuti con l’ansia di fare soldi». Margherita Vicario racconta Bingo, il suo nuovo disco – Il video
«Con una leggerezza che pesa», così Margherita Vicario racconta a Open di come ha fatto Bingo, il suo nuovo album uscito il 14 maggio. Il denaro, la religione, il sesso, la diversità, questi alcuni dei «temi sostanziosi» presenti nelle 14 tracce, in un linguaggio sempre moderno e teatrale, ormai vero e proprio marchio di fabbrica dell’artista romana. Attrice e cantante, Margherita Vicario è al suo secondo disco, un lavoro di due anni scritto, ci spiega, «tra Roma e Torino, raccogliendo la mia storia degli ultimi tempi». «Il nome Bingo è nato quasi per caso, due anni fa Dade, produttore dell’intero progetto, mi chiese di raccogliere tutti gli spunti per la mia nuova musica in una cartella del computer. Senza pensarci troppo, la rinominai proprio Bingo e quasi subito capimmo che quello poteva già essere il titolo del mio nuovo lavoro. Il bingo è un luogo multiculturale», prosegue, «mi piace pensare che persone di luoghi e tradizioni completamente diverse si ritrovino in uno stesso posto, uniti a divertirsi e a tentare la fortuna».
«Noi, ragazzi di 30 anni con l’ansia del futuro»
E proprio nella fortuna l’artista dice di credere a metà: «Le cose capitano certo, ma quanto è il lavoro che bisogna fare per farsele capitare? Un disco non si fa con la fortuna». Una visione fatalista ma concreta allo stesso tempo che si specchia in uno dei temi centrali affrontanti dalla cantante: «Mi ritrovo spesso a parlare di denaro nei pezzi rendendomi conto di come per quelli della mia generazione sia diventata un’ossessione. Noi ragazzi di 30 anni siamo nati con l’ansia del futuro, sentendo i consigli di chi ci parlava di previdenza sociale e del sistema economico mondiale. Un elemento al centro di molti testi della musica più in voga anche tra i giovani come la trap. Senza pensare che il fare soldi è solo una conseguenza di qualcosa e non il punto di arrivo».
«Femminista sì ma non schierata»
«Sono una delle poche cantautrici? Chiaro, ci sono meno donne in qualsiasi lavoro, la musica è solo una parte della società, la verità è che ci sono meno donne ovunque». Vicario si riferisce poi a un altro dei temi più affrontati dai suoi testi. «Siamo nell’era del femminismo 2.0, i social ci stanno insegnando tante cose su questo argomento. Il rischio è quello di credere che ci sia una lotta da combattere tra donne e uomini, su questo sono molto attenta perché non credo che schierarsi sia la strada giusta. Per quanto i miei testi sembrino netti, in realtà c’è una grande dose di ambiguità, mi hanno sempre fatto molta paura le persone sicure di detenere la verità».