Il leghista Ostellari sul Ddl Zan: «Anche il centrosinistra è spaccato. Le 170 audizioni? Si possono ridurre»
Per Andrea Ostellari le audizioni previste per la discussione del Ddl Zan «non sono un problema». L’importante è che finalmente si parli del testo del ddl Zan, «cosa che fin qui non si è fatta. Io stesso le ho già ridotte dalle 225 che erano alle attuali 170. Ma si potranno eventualmente ridurre nel corso della trattativa a cui ho invitato i capigruppo». Il presidente della commissione Giustizia del Senato e relatore del disegno di legge contro l’omotransfobia ha spiegato poi, in un’intervista al Corriere della Sera, che «Sul testo attuale le divisioni sono molte, anche all’interno del centrosinistra». E queste riguardano non solo la Lega o il centrodestra, ma anche «giuristi, la Conferenza episcopale, ma anche una parte della sinistra e la stessa Arcilesbica.
E ha aggiunto: «Io ho sentito delle aperture anche nel Pd. E ora voglio capire se c’è la volontà di arrivare a un nuovo testo condiviso. Se c’è, allora non credo che ci sarà una difficoltà delle parti a rinunciare a molte delle audizioni. Chiaro che se si dice “O Zan o nulla”, condividere diventa complicato». All’idea che ci sia qualcuno disposto a far approdare il ddl in Aula senza passare dalla commissione, per Ostellari: «Dovrebbero raccogliere le firme, andare in Aula, far dichiarare l’urgenza e poi anche avere la maggioranza. Se non verranno al tavolo saranno loro a commettere un errore».
Infine, per il presidente, ci sono alcune questioni che non potranno essere negoziabili. E cioè «Quelle che sono state criticate da vari soggetti. L’articolo 1, con l’identità di genere. L’articolo 4, dove si parla della libertà di espressione. E l’articolo 7, con la giornata contro l’omotransfobia che dovrebbe entrare nelle scuole di ogni ordine e grado».
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