I numeri in chiaro, Taliani: «Bene la decisione dell’Ema, i giovani sono veicolo di contagio: se non si vaccinano gli over 70 saranno a rischio»
Calano i ricoveri e le terapie intensive, e scende l’indice Rt, così come l’incidenza dei casi. In Italia, gli ultimi sette giorni, hanno confermato la tendenza in decrescita di tutti gli indicatori epidemiologici. Un andamento che – conferma a Open l’infettivologa Gloria Taliani – «è ormai stabile da settimane». Una situazione in continuo miglioramento che quindi da lunedì consentirà il passaggio in zona bianca di tre Regioni: Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Molise. «Si sono ridotti in maniera significativa – osserva Taliani – anche i numeri dei ricoveri e degli attualmente positivi al Covid». Dati che, come ha osservato oggi il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, sono il risultato di una campagna vaccinale che sta funzionando. Da oggi, Ema ha inoltre dato il via libera all’utilizzo di Pfizer anche per le persone dai 15 ai 12 anni. «È una decisione sicuramente attesa, e che può indubbiamente migliorare l’offerta vaccinale complessiva», dichiara Taliani.
«Molte Regioni hanno già abbassato l’età per l’accesso ai vaccini, e questa decisione è un ulteriore passo avanti verso l’obiettivo di immunizzare l’80% della popolazione entro settembre». Ma per farlo, osserva l’infettivologa della Sapienza, è necessario mantenersi sulle 495 mila somministrazioni quotidiane. E ad aiutare nello sforzo vaccinale ora c’è anche la notizia pubblicata in questi giorni da Nature e da The Lancet. Due studi hanno per la prima volta confermato che mescolare AstraZeneca e Pfizer, ovvero due vaccini appartenenti a piattaforme differenti, porta benefici di immunizzazione con rischi minimi. «Questo è estremamente importante, e credo che le nostre autorità regolatorie dovrebbero recepire questa fondamentale scoperta scientifica perché ci permette di modificare la strategia vaccinale senza rischi».
E se il commissario straordinario Paolo Figliuolo ha annunciato l’apertura, a partire dal 3 giugno, delle vaccinazioni a tutte le fasce d’età, buona parte dei giovani, in particolare quelli sotto ai 20 anni, continuano a non essere favorevoli alla vaccinazione. «È chiaro che il giovane sviluppa nella maggior parte dei casi sintomi lievi, o addirittura non ne sviluppa, ma è comunque una fonte di veicolo per il contagio», ricorda Taliani. «Così facendo esponiamo le persone più vulnerabili, in particolare la fascia tra i 70 e i 79 anni, che è ancora poco immunizzata, al contagio».
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