Covid, il sottosegretario Costa: «A settembre immunità di gregge. Vaccini in vacanza? Troppo complicato»
Giugno è annunciato come il mese della svolta alla lotta al Coronavirus. Ci sarà l’apertura delle vaccinazioni ai più giovani e cominceranno le somministrazioni in azienda: una combo che permetterà, secondo il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, di «raggiungere l’immunità di gregge entro settembre». In un’intervista al Corriere della Sera Costa ha sottolineato che la maxifornitura attesa per giugno – si parla di circa 20 milioni di dosi – ci consentirà di arrivare alle 700 mila somministrazioni giornaliere. La stima è che a fine mese i vaccinati saranno quasi 20 milioni, e a fine luglio il conteggio delle dosi inoculate sarà di oltre 70 milioni. «Così – ha detto – ad agosto, potremo cominciare a toglierci la mascherina all’aperto».
I dubbi sul vaccino in vacanza
Per garantire che questo quadro ottimistico diventi realtà, la struttura commissariale e il governo stanno pensando alla possibilità di vaccinare le persone anche in vacanza. Secondo Costa, però, ci sono ancora delle difficoltà organizzative: «Non possiamo rincorrere chi passa 3 giorni a Rimini. E neppure possiamo pensare ai turisti stranieri. Troppo complicato. Possiamo però provare a garantire il vaccino a chi fa un soggiorno lungo: penso ai nonni che stanno un mese nella casa al mare con i nipoti. Per loro potremmo studiare una residenza sanitaria temporanea che oggi già esiste per un minimo di tre mesi. Ma – sottolinea – servirà comunque un accordo condiviso tra tutte le Regioni», per evitare troppe differenze territoriali.
La riapertura delle discoteche
E i vaccini in discoteca? «Inopportuno pensarci ora: intanto pensiamo a riaprirle». «Dobbiamo permettere alle discoteche di riaprire come tali, senza dare limitazioni e distanziamento – ha dichiarato in visita a Sanremo – A questo proposito, l’associazione che riunisce questo mondo ha presentato due giorni fa un protocollo che noi abbiamo presentato al Comitato Tecnico Scientifico e confidiamo, in tempi rapidi, di trovare una soluzione per permettere alle discoteche di riaprire in una situazione di normalità». «Quando parliamo di discoteche non possiamo parlare di distanziamento: la discoteca è luogo di aggregazione per antonomasia. C’è assolutamente bisogno di riaprirle, dobbiamo capire in che modo per garantire sicurezza, monitoraggio e tracciabilità. Ad oggi dare una soluzione diventa difficile e se ne avessi una, le discoteche sarebbero aperte», ha concluso.
Immagine di copertina: ANSA/LUCA ZENNARO
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