Numeri in chiaro. Sebastiani: «Servono più tamponi. Così entra in zona bianca chi monitora di meno» – Il video
Ancora meno di cento decessi in 24 ore. Il bollettino diffuso dalla Protezione Civile riflette un’epidemia di Coronavirus ancora in ritirata: 82 vittime, 38 ingressi in terapia intensiva e un indice di positività al 2%. Numeri che, come spiega Giovanni Sebastiani nella nostra rubrica Numeri in Chiaro indicano la buona riuscita della campagna vaccinale: «La discesa della curva dei decessi ci dice che la campagna vaccinale sta avendo un grande effetto. Io ho stimato che dalla metà di marzo la mortalità si è abbattuta del 40%. Al momento però non abbiamo ancora messo in sicurezza la fascia delle persone con 70 anni o più».
Intanto la stagione estiva è già cominciata. Friuli-Venezia Giulia, Molise e Sardegna sono già in fascia bianca ma molte altre regioni potrebbero entrare in questa categoria. E in questo passaggio il ruolo dei tamponi sarà fondamentale: «Il problema a monte è che non c’è una soglia minima di test da fare. Delle tre regioni in fascia bianca, il Friuli sta testando tre persone su mille al giorno. Molise e Sardegna circa uno su mille, al quartultimo e ultimo posto rispettivamente in Italia. Il Regno Unito ha un incidenza che è circa la metà dell’Italia eppure il loro testing è superiore all’uno per cento della popolazione al giorno. Il nostro è circa il due per mille».
Pensando all’estero invece, Sebastiani consiglia di controllare l’incidenza dei casi di Coronavirus prima di prendere un aereo per andare oltre confine: «Io resterei in Italia, anche per aiutare le categorie più colpite economicamente. Eviterei gli Stati che hanno un incidenza alta, come l’Olanda, o Paesi in cui ci sono troppe varianti in circolo come il Regno Unito. Qui sono stati registrati molti casi di variante indiana che ha colpito anche chi aveva già fatto una dose di vaccino».
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