Covid, terapie intensive al minimo dallo scorso autunno. Agenas: «Nessuna regione in allerta, posti al 12%» – Il rapporto
Scende a quota 12 per cento il numero dei posti letto occupati dai pazienti Covid nelle terapie intensive. I dati su base nazionale sono stati diffusi dalla Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, che ha rielaborato quelli forniti dalla Protezione civile. Nel rapporto, in particolare, emerge come non ci sia «nessuna Regione che superi lo stato d’allerta del 30 per cento». In calo dell’11 per cento anche i posti letto nei reparti ordinari. Nel mese di marzo 2021 le terapie intensive Covid erano al 41 per cento, mentre i ricoveri provocati dal virus si attestavano al 44 per cento. Ora si hanno invece i valori più bassi registrati dall’inizio di novembre 2020. L’Agenas ha fornito anche un quadro specifico per le singole regioni rispetto ai reparti medici interessati dalla pandemia, ovvero malattie infettive, medicina generale e pneumologia:
- Abruzzo: 8% intensive, 10% reparti ordinari;
- Basilicata: 2% intensive, 13% reparti ordinari;
- Calabria: 11% intensive, 26% reparti ordinari;
- Campania: 10% intensive, 8% reparti ordinari;
- Emilia Romagna: 13% intensive, 8% reparti ordinari;
- Friuli Venezia Giulia: 3% intensive, 3% reparti ordinari;
- Lazio: 16% intensive, 14% reparti ordinari;
- Liguria: 14% intensive, 7% reparti ordinari;
- Lombardia: 17% intensive, 13% reparti ordinari;
- Marche: 13% intensive, 10% reparti ordinari;
- Molise: 5% intensive, 4% reparti ordinari;
- PA di Bolzano: 3% intensive, 4% reparti ordinari;
- PA di Trento: 14% intensive, 4% reparti ordinari;
- Piemonte: 13% intensive, 11% reparti ordinari;
- Puglia: 11% intensive, 15% reparti ordinari;
- Sardegna: 6% intensive, 9% reparti ordinari;
- Sicilia: 8% intensive, 14% reparti ordinari;
- Toscana: 21% intensive, 8% reparti ordinari;
- Umbria: 5% intensive, 9% reparti ordinari;
- Valle d’Aosta: 3% intensive, 3% reparti ordinari;
- Veneto: 5% intensive, 5% reparti ordinari.
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