L’imbarazzo di Biden, il silenzio di Macron: lo spionaggio dei leader Ue da parte di Usa e Danimarca diventa un caso
Secondo quanto riportato da un’inchiesta giornalistica che ha coinvolto diversi organi di stampa, i servizi segreti danesi (FE) hanno aiutato la National Security Agency (NSA) statunitense a spiare i politici e funzionari europei, tra cui la cancelliera tedesca Angela Merkel, l’allora ministro degli esteri e ora il presidente della repubblica Frank-Walter Steinmeier, e altri funzionari e parlamentari di Germania, Francia, Norvegia, Svezia, Paesi Bassi e della stessa Danimarca. A riferirlo è l’emittente pubblica danese DR, in collaborazione con le emittenti svedesi, norvegesi, francesi e tedesche, nonché il quotidiano francese Le Monde e il tedesco Süddeutsche Zeitung. Citando fonti riservate, l’inchiesta racconta di un’analisi dell’intelligence danese che ha esaminato le relazioni tra NSA e FE dal 2012 al 2014. Rapporti sullo spionaggio della NSA nei confronti degli alleati degli Stati Uniti erano venuti alla luce per la prima volta nel 2013 con le rivelazioni dell’informatore Edward Snowden, ex contractor di CIA e NSA. La nuova inchiesta allarga la prospettiva, illustrando un contesto in cui un paese europeo agisce sistematicamente a fianco degli USA per spiare gli altri.
Lo spionaggio attraverso i cavi internet sottomarini
Il rapporto Dunhammer (questo il nome) è stato condotto a seguito delle rivelazioni di Snowden nel 2013 e si è concluso nel 2015, scoprendo che la NSA era in grado di utilizzare i sistemi di intercettazione danesi sui cavi Internet sottomarini, con il consenso della Danimarca. L’anno scorso, l’emittente danese aveva già riferito alcune indiscrezioni ottenute da un informatore che la NSA stesse spiando gli alleati europei, potenzialmente tutti quelli connessi alla rete di cavi sottomarini collegati alla Danimarca, che per via della sua posizione di crocevia è un hub del sistema nordico. Secondo l’inchiesta, a tale scopo è stato persino costruito un data center in una struttura dell’intelligence danese sull’isola di Amager. La NSA e il FE avrebbero abusato di un accordo che concedeva all’agenzia l’accesso ai cavi Internet verso l’Europa orientale in cambio dell’accesso danese ai cavi in fibra ottica americani in Danimarca.
Il tradimento della fiducia
Merkel era tra i principali obiettivi, così come due dei suoi ex rivali per la corsa alla cancelleria: Peer Steinbrück e il già citato Steinmeier, all’epoca ministro degli Esteri. Il deputato della CDU Patrick Sensburg, alla guida della commissione d’inchiesta del Bundestag sulla NSA, ha affermato di non essere sorpreso. «Nel sistema dell’intelligence non si tratta di amicizie o etica, si tratta di difendere i propri interessi» ha detto alla DW. Il parlamentare norvegese Audun Lysbakken si dice scioccato: «Se questo è vero, c’è una violazione della fiducia profonda, grave e inquietante», il politico svedese Jens Stolm chiede che la questione «sia indagata fino in fondo». Il ministro della Difesa danese Trine Bramsen ha detto che «l’intercettazione sistematica degli alleati è inaccettabile», rifiutandosi di commentare ulteriormente. Contattati dalle testate giornalistiche che si sono occupate dell’inchiesta, i governi tedesco, svedese e norvegese hanno affermato di non essere stati messi a conoscenza delle conclusioni del rapporto Dunhammer, mentre l’ufficio del presidente francese ha rifiutato di rispondere.
L’imbarazzo di Biden
Lo scandalo si collega alle rivelazioni di Snowden del 2013 e chiama in causa l’ex presidente Barack Obama, che a seguito dello scandalo di allora si impegnò a smettere di spiare gli alleati. Dall’inchiesta ancora non è chiaro se lo spionaggio attraverso attraverso la Danimarca sia avvenuto prima o negli anni successivi alla promessa. Ma soprattutto, le rivelazioni si intromettono sulla missione in Europa del presidente USA Joe Biden, che a metà giugno parteciperà a una serie di riunioni del G7, della Nato, a un bilaterale Ue-USA e a un incontro con il presidente russo Vladimir Putin. La scandalo potrebbe diventare particolarmente imbarazzante, dato che Biden era il vicepresidente di Obama.
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