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In regola col reddito di cittadinanza, non con la giustizia: la Gdf ne trova 300 a Napoli. Uno era in carcere, otto ai domiciliari

31 Maggio 2021 - 06:00 Redazione
reddito cittadinanza furbetti
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Denunciate in tutto 298 persone. Per le casse dello Stato un danno di 2,5 milioni di euro

Otto di loro erano evasi dagli arresti domiciliari apposta per fare domanda. Mentre un altro l’aveva presentata addirittura mentre era ufficialmente detenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta. La Guardia di Finanza di Napoli ha denunciato 298 persone con l’accusa di aver percepito il reddito di cittadinanza in maniera indebita, senza averne diritto per la presenza delle cause ostative previste dalla legge.

L’inchiesta, coordinata dalla procura di Napoli Nord con la collaborazione dell’Inps, ha portato i finanzieri del Gruppo di Frattamaggiore a individuare centinaia di domande irregolari presentate da soggetti residenti nell’area settentrionale della provincia partenopea. Dalle indagini, relative al periodo compreso tra settembre 2020 e maggio 2021, è emerso infatti che molte di queste domande erano state presentate da persone destinatarie di provvedimenti giudiziari che fanno decadere i requisiti necessari per ottenere il sussidio.

Danno di 2,5 milioni per le casse dello Stato

L’Inps di Afragola ha quantificato il danno per le casse pubbliche in circa 2,5 milioni di euro, mentre per i responsabili sono scattate la revoca dell’assegno e la denuncia all’autorità giudiziaria per truffa ai danni dello Stato. Le successive verifiche hanno inoltre permesso alle Fiamme Gialle di individuare gli otto richiedenti evasi dai domiciliari per raggiungere i centri di assistenza fiscale in cui fare domanda, e il caso emblematico del detenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere la cui istanza è stata recuperata in un Caf di Frattamaggiore.

Occorre ricordare che tra i requisiti necessari per avere diritto al reddito di cittadinanza la legge prevede che il richiedente non debba essere sottoposto a misura cautelare personale, anche adottata a seguito di convalida dell’arresto o del fermo. Il richiedente, inoltre, non deve essere stato condannato in via definitiva, nei dieci anni precedenti la richiesta, per i delitti previsti dagli articoli 270-bis (associazione con finalità di terrorismo), 280 (attentato per finalità terroristiche), 289-bis (sequestro di persona a scopo di terrorismo), 416-bis (associazione mafiosa), 416-ter (voto di scambio), 422 (strage) e 640-bis (truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche) del codice penale, per i delitti commessi avvalendosi delle condizioni previste dal predetto articolo 416-bis ovvero al fine di agevolare l’attività delle associazioni previste dallo stesso articolo. Bisogna poi rispettare altri requisiti legati alla residenza e al patrimonio del nucleo familiare, elencati qui.

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