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Lo scontro M5S-Rousseau sui dati degli iscritti. Bugani: «Fiducia in Conte: credo ancora in una soluzione senza tribunali» – L’intervista

01 Giugno 2021 - 16:45 Felice Florio
Lo storico esponente del Movimento, già capo staff di Virginia Raggi e consigliere comunale di Bologna, parla anche delle prossime amministrative: «Con i dirigenti del Pd bolognese abbiamo costruito qualcosa di importante». E della sindaca di Roma dice: «La versione femminile di Rocky Balboa»

Il Garante della privacy si è pronunciato sulla querelle tra 5 stelle Rousseau per la titolarità dei dati degli iscritti al Movimento. L’associazione di Davide Casaleggio dovrà consegnarli entro cinque giorni dato che il Movimento, in quanto titolare del trattamento, avrebbe il diritto di disporre dei dati degli iscritti. Giuseppe Conte ha salutato con entusiasmo il provvedimento del Garante – «Ora si parte, si guarda avanti» – ma Rousseau è reticente a trasferire i dati in suo possesso finché i 5 stelle non si saranno dotati di un rappresentante legale. Max Bugani, intervistato da Open, è certo che il rilancio del Movimento avviato dall’ex premier avrà un’accelerazione nei prossimi giorni: «Per la nuova piattaforma e per la questione relativa ai dati degli iscritti ho piena fiducia in Conte. Confido ancora che questa situazione possa risolversi nei prossimi giorni senza garanti, senza avvocati, senza tribunali».

Bugani è uno dei volti storici dei 5 stelle. Sebbene non sia mai stato un parlamentare, ha sempre avuto una certa influenza nei ranghi del Movimento. Durante l’apice del consenso elettorale dei grillini, ha condiviso un appartamento a Roma con un altro membro del partito, il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli. Ma è nella sua Bologna, come consigliere comunale, che Bugani ha concentrato la sua attività politica. È stato anche socio dell’associazione Rousseau, salvo poi lasciare l’incarico. Nel 2019, ha dissentito dalla linea scelta per le elezioni regionali in Emilia-Romagna: Bugani voleva che il Movimento non presentasse un suo candidato, oppure che si trovasse un accordo con Stefano Bonaccini. Un antesignano dell’alleanza tra 5 stelle e Partito democratico.

Dopo il mancato accordo a Roma e a Torino per convergere su un candidato comune tra Pd e 5 Stelle, pare sempre più difficile la possibilità di fare coalizioni anche nelle altre città, a partire dalla sua Bologna?

«A Bologna attendiamo l’esito delle primarie del 20 giugno. Nonostante alcune legittime resistenze, abbiamo costruito qualcosa di importante negli ultimi due anni con i dirigenti del Pd locale e delle liste civiche di sinistra. L’accordo sarebbe già chiuso se non ci fosse il tentativo renziano di distruggere tutto».

È già andata in frantumi quell’esperienza di coalizione strutturale che Enrico Letta e Giuseppe Conte, a marzo, avevano annunciato?

«Io non credo molto nelle coalizioni strutturali, ma credo nei progetti. A Bologna stiamo lavorando a uno di questi progetti. Cerchiamo di piantare un seme e vediamo che pianta può crescere in maniera naturale. Poi magari si creano le condizioni per replicare il laboratorio in altre città. Vediamo cosa succede il 20 giugno».

Il Movimento 5 stelle si sta “istituzionalizzando”. Il capo politico in pectore Conte ha detto che siete maturati, abbandonando la linea dura del giustizialismo. È così?

«Da due anni ripeto che è finita una stagione politica. Non riguarda solo il M5s. C’è stata un’onda di popolo poderosa negli ultimi 15 anni che in parte ha scalfito la roccia e in parte si è infranta sulla roccia. In alcune cose il M5s è stato perfetto e necessario, in altre invece abbiamo fatto errori e ci siamo fatti male. Sulla questione della giustizia a mio avviso, però, siamo stati necessari nel richiedere un comportamento etico e rigoroso, e dobbiamo continuare a farlo, perché i casi di corruzione erano e sono ancora tanti. Ora si apre una stagione nuova e mi auguro che il movimento 5 stelle, con la guida di Conte, possa tornare protagonista».

Virginia Raggi, oggi assolta, è stata vittima della gogna mediatica per il processo sulla nomina del fratello di Marra. Anche questo fa parte del rigore?

«Virginia è la versione femminile di Rocky Balboa. Ha subito colpi che avrebbero steso chiunque e, invece, non è mai andata al tappeto. Nella sua resistenza al dolore e alle menzogne ha mostrato doti straordinarie che ora Roma non può permettersi di sprecare. Sono solo le persone intransigenti e caparbie come Virginia che possono cambiare le cose. In questi cinque anni ha messo all’angolo tutti coloro che erano abituati a speculare su Roma, ora le va data la possibilità di proseguire e di vedere il risultato dei suoi sforzi».

Luigi Di Maio è forse il leader del Movimento che più è cambiato nel corso di questa legislatura, diventando a tutti gli effetti uomo delle istituzioni e abbandonando la linea dirompente dei 5 stelle delle origini. Voci interne dicono che ci sia una certa rivalità tra lui e Conte per dettare la linea del Movimento. Sono solo dicerie?

«Di Maio in realtà è sempre stato quello più istituzionale. Non conosco le dinamiche del rapporto fra lui e Conte. Preferisco parlare del codice appalti, dei fondi del Recovery per i comuni, degli aiuti alle aziende, del blocco dei licenziamenti, della manutenzione delle infrastrutture, della ridistribuzione della ricchezza, di salario minimo, della robotica che toglie lavoro manuale e concettuale, delle nuove sfide che dovremo affrontare».

A proposito di Di Maio: lui è al secondo mandato. Il limite resterà anche per esponenti di spicco come il ministro degli Esteri o c’è la possibilità di fare qualche deroga e ricandidare, alle prossime legislative, chi ha già fatto due legislatura in parlamento?

«Non so cosa accadrà ma questo è davvero il tema che mi appassiona meno di tutti. Indipendentemente da quello che sceglierà il M5s, saranno gli elettori a decidere se premiare l’esperienza o il ricambio frequente».

Vito Crimi, lo scorso mese, aveva detto che nel giro di qualche settimana sarebbe stata pronta la nuova piattaforma e che i 5 stelle avrebbero ottenuto i dati degli iscritti. Siamo, invece, ancora al punto di partenza.

«Ho piena fiducia in Giuseppe Conte e confido ancora che questa situazione possa risolversi nei prossimi giorni senza garanti, senza avvocati, senza tribunali».

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