Strage del Mottarone, l’ipotesi degli esperti della procura: a spezzare il cavo è stato «l’uso smodato» dei forchettoni
È sui ceppi lasciati sui freni che prende corpo l’ultima ipotesi della procura di Verbania sulla strage della funivia Stresa-Mottarone, in cui sono morte 14 persone lo scorso 23 maggio. Secondo i consulenti della procura, l’impiego massiccio dei “forchettoni” (gli attrezzi di ferro che servono a disattivare i freni di emergenza) durante la corsa della funivia potrebbe avere scaricato una tensione eccessiva sulla fune e, quindi, la rottura all’altezza dell’attacco del carrello. Gli accertamenti tecnici richiederanno un accesso all’interno della cabina, che però potrà essere rimossa solo con una serie di accorgimenti. Lunedì 7 giugno ci sarà una nuova ispezione sul luogo della tragedia: finora le indagini hanno appurato che il blocco dei freni (non consentito con gente a bordo) era stato adottato diverse volte nel corso del mese e mezzo precedente. Secondo alcuni video emersi in questi giorni, l’utilizzo illecito dei forchettoni potrebbe essere andato avanti per anni.
Immagine di copertina: ANSA/TINO ROMANO
Leggi anche:
- Strage del Mottarone, le immagini della TV tedesca con i forchettoni inseriti nel 2014 sono le stesse scovate da Open
- Strage del Mottarone, un video in possesso della procura mostra il forchettone inserito già nel 2014
- Strage del Mottarone, la procura cambia strategia: prima le cause dietro la strage, poi nuovi indagati. L’operaio della funivia: «Ci fidavamo dei capi»
- Strage del Mottarone, spunta il nome di un operatore. Fu lui su autorizzazione di Tadini a non rimuovere i ceppi ai freni
- Strage del Mottarone, la rivelazione di Tadini: «Freni disattivati dieci volte in 15 giorni». Il gip: «I dipendenti potevano rifiutare»