«Finocchio, puttan*lla, fai l’uomo o la donna? Che schifo che fai»: ragazzo aggredito su un tram a Roma – Il video
«Povera Italia, tra stranieri e finocchi… Mamma mia che schifo, non ti posso mettere le mani addosso perché è come metterle a una donna, anzi peggio». Inizia così il video shock postato su Instagram da Tommaso, un giovane ragazzo che oggi, 3 giugno, è stato aggredito verbalmente su un tram a Roma mentre stava «andando dal parrucchiere». La sua “colpa”? Essere gay. «Puttan*lla, che schifo che fai. Ma tu fai l’uomo o la donna? Si vede che a fare bocc***i si guadagna», sono le parole che si odono nella clip. Quasi tre minuti di video in cui si vede un uomo «sulla quarantina» insultare il giovane sul piano sessuale, mentre la vittima prova a mantenere la calma.
Cosa è successo
L’uomo – stando al racconto di Tommaso – avrebbe prima insultato pesantemente due donne di origine asiatica, poi un ragazzo che avrebbe provato a difenderle e infine lui. «Ma continuiamo a dire pure che il ddl Zan limita la libertà d’espressione, che non serve a niente, che non è una priorità e altre bugie simili. La verità è che situazioni del genere capitano ogni singolo giorno, a tutti. A me oggi, a chi non è più in vita per raccontarlo ieri e a tuo figlio domani», scrive il giovane aggredito sul tram. «Una follia», è invece il commento secco di Alessandro Zan, promotore della legge contro l’omotransfobia.
Foto in copertina: INSTAGRAM/Elaborazione di Open
Leggi anche:
- «Stupratori da fustigare», «Giù le mani dai bambini», «Riaprite i forni»: genitori gay travolti dall’odio sui social
- Le voci di chi non vuole il ddl Zan: «I gay sono contro natura. Abbiamo paura di non poterci più chiamare mamma e papà» – Il video
- Ddl Zan, le voci della piazza di Milano: «Quando ci chiamano fr*ci stiamo male, altro che ridere. Essere gay in Italia è pericoloso» – Il video
- Ddl Zan, il faccia a faccia: Fidanza (FdI): «Nessuna emergenza omofobia». Zan (Pd): «I gay non denunciano più i soprusi»
- Omotransfobia, la storia di Francesco: «Scuola, lavoro e famiglia sono ancora ambienti difficili per noi ragazzi transgender» – Il video