L’ultima versione di Ciro Grillo per smarcarsi dagli amici: «In quelle foto non sono io». Video, chat e nuove intercettazioni: i quattro divisi verso il processo
La procura di Tempio Pausania ha chiesto il rinvio a giudizio per Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Francsco Corsiglia e Vitoria Lauria nell’ambito dell’inchiesta sul presunto stupro di gruppo nei confronti di una ragazza italo norvegese e di una sua amica. I fatti risalgono al 17 luglio 2019 e sarebbero avvenuti nell’abitazione di Beppe Grillo a Porto Cervo, in Sardegna. L’udienza preliminare, in cui si deciderà se i quattro giovani andranno a processo, è stata fissata per il prossimo 25 giugno.
Intercettati erano preoccupati per video e foto nelle chat
Oltre un mese dopo la denuncia per il presunto stupro, a fine agosto 2019, Ciro Grillo e i suoi tre amici sono stati convocati nella caserma di Quarto a Genova per il sequestro dei telefoni cellulari. Fatti accomodare in una saletta dotata di microspie, i quattro hanno cominciato a discutere tra loro fornendo ulteriori elementi agli inquirenti. Nei dialoghi avvenuti trasparirebbe la preoccupazione degli indagati sui video girati, sulle foto scattate quella notte e su quanto scritto nelle chat con gli amici.
Le dichiarazioni spontanee di Grillo jr
Nel frattempo emergono nuovi dettagli sulle dichiarazioni spontanee rilasciate ai carabinieri di Genova dal figlio del fondatore del M5s. Anche Lauria e Capitta avevano inizialmente chiesto di essere nuovamente interrogati. Ma poi han rinunciato. Grillo jr, invece, avrebbe spiegato ai carabinieri di non esser lui il giovane a comparire «nelle foto a fianco della ragazza addormentata sul divano, perché a quell’ora – dice – ero già andato a dormire». Non nega però di comparire in qualche secondo di uno dei filmati registrati quella notte, sottolineando però di essere «lontano dalla ragazza» e di non aver fatto «nulla di sconcio».
I capi d’imputazione
Due i capi d’imputazione a carico dei quattro. Il primo è quello relativo a due episodi di presunto stupro ai danni della giovane studentessa italo-norvegese, abusando delle sue condizioni di inferiorità fisica e psichica dovuta all’assunzione di alcol, come si legge nella richiesta di rinvio a giudizio. Il secondo capo d’imputazione riguarda invece le foto e i video lesivi della dignità dell’amica della giovane, in cui compaiono tre dei quattro imputati (Grillo, Capitta e Lauria). Anche in questo secondo caso il reato è quello di violenza sessuale di gruppo.
Gli elementi acquisiti nell’inchiesta
Ma oltre a foto e video, secondo quanto riportato da La Stampa, nel fascicolo d’inchiesta sarebbero presenti anche «intercettazioni telefoniche e ambientali», «consulenze informatiche e psicologiche», nonché «i dati informatici di Facebook, Instagram e social network riguardanti i soggetti coinvolti attraverso foto, post e like» dei cellulari dei quattro indagati, ma anche della ragazza parte offesa nel procedimento.
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