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Vaccini, si va verso l’addio agli hub. Figliuolo: «A settembre immune l’80% degli italiani». Ipotesi terza dose in autunno

07 Giugno 2021 - 14:27 Redazione
L'obiettivo dei prossimi mesi è quello di passare a una gestione «ordinaria e decentralizzata» delle attività sanitarie, coordinata da Regioni e enti locali

Nella nuova fase della campagna vaccinale, considerati gli attuali scenari della pandemia, «potrebbe essere prevista la necessità di almeno un’ulteriore dose» di farmaco contro il Coronavirus – cioè la terza. La novità è stata annunciata oggi, 7 giugno, dal Commissario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo in audizione alla Camera. Il generale ha parlato della necessità che si passi, «gradualmente nei prossimi mesi», dalla gestione commissariale dell’emergenza a una gestione decentralizzata «delle attività sanitarie da parte delle amministrazioni centrali e locali competenti». Nei piani c’è la vaccinazione, entro settembre, «dell’80% della popolazione, compresi i 12-15enni. In totale di 54,3 milioni di italiani».

Come cambierà la gestione commissariale

La «poderosa e complessa» macchina commissariale, ha spiegato Figliuolo, è uno strumento «efficace e straordinario». Nei prossimi mesi, però, questa macchina «deve condurre a una gestione ordinaria delle attività sanitarie da parte delle amministrazioni centrali e locali competenti». Una fase che comprenderà probabilmente anche la somministrazione della terza dose, e che «dovrà tornare a essere governata dalle strutture dello Stato preposte». Il passaggio dovrà essere fatto coinvolgendo tutte le realtà del Paese, a partire dalle Regioni e dalle province autonome.

Hub vaccinali

Tra i passaggi che Figliuolo intende fare per alleggerire la macchina commissariale c’è quello di andare verso una progressiva eliminazione degli hub vaccinali, per passare «ad un sistema di “vaccinazioni delocalizzate”, molto più capillare e prossimo ai cittadini»: l’obiettivo è di completare in questo modo l’immunizzazione delle categorie più fragili e degli over 80. Figliuolo ha poi definito il «punto di svolta» della campagna vaccinale proprio l’aver accelerato sulle dosi a queste categorie: è «ciò che ha permesso il repentino calo di ricoveri e dei morti», ha detto.

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