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Da La Verità e Report due spallate al gotha del calcio da Allegri a Raiola, e Tare – Il video

07 Giugno 2021 - 16:38 David Puente
I dubbi sollevati dalla trasmissione di Sigfrido Ranucci vanno oltre Mino Raiola, coinvolgendo altri procuratori noti del mondo del calcio italiano

Questa sera su Rai3 verrà trasmessa un’inchiesta di Report sul mondo del calcio, proprio in un periodo caldo come quello estivo condito dal consueto appuntamento del calciomercato e successivo al crollo del sogno della SuperLega. Il servizio, intitolato «I padroni del calcio» come riporta il sito della trasmissione, pare essere una sorta di moviola post partita dove vengono analizzate e commentate le anomalie riscontrate nel campo da gioco dei procuratori, ossia la compravendita dei campioni del pallone. Tra questi c’è Mino Raiola, principale soggetto d’indagine per la redazione di Sigfrido Ranucci, ma come anticipato a Open non mancano i nomi di altri big come il procuratore del giocatore belga Romelu Lukaku, Federico Pastorello.

Massimiliano Allegri e Cristiano Ronaldo

Non si parla solo di procuratori, l’isola di Malta coinvolge anche il neo allenatore della Juventus Massimiliano Allegri. Il tecnico juventino è finito sotto la lente d’ingrandimento di Bankitalia per alcune operazioni ritenute sospette, ossia dei pagamenti da parte della società maltese Oia Service Limited, legata al mondo del gioco d’azzardo e sospettata dall’Antimafia di Regio Calabria di legami con l’ndrangheta. A segnalare il caso è stata la filiale di Torino della banca dove l’allenatore aveva aperto un conto nel 2014, dove risultarono sette bonifici tra il 2018 e il 2021 per un totale di circa 161 mila euro. Sebbene dal 2018 la società è passata in mano a due amministratori giudiziari incaricati dal Tribunale, rimane un punto da chiarire: che genere di scommesse avrebbero portato quei soldi ad Allegri? L’allenatore, come riporta Report nel suo servizio, si dichiara estraneo a qualsiasi attività illecita, così come afferma di non aver scommesso sul mondo del calcio.

Nella giornata di oggi, attraverso un articolo de La Verità, si parla però di un giocatore. Cristiano Ronaldo, stella della Juventus, è finito sotto la lente d’ingrandimento dell’antiriciclaggio per «tre prelievi di contante tra l’11 dicembre 2020 e il 25 febbraio 2021 per complessivi 220.000 euro». Tra le giustificazioni della segnalazione si fa presente che «nel corso dell’ultimo prelevamento, in sede di adeguata verifica, il cliente ha dichiarato trattarsi di provvista necessaria al pagamento di spese correnti quotidiane», ma «pur considerando l’origine certa della provvista e l’elevato profilo economico del cliente, non potendo avere certezza della reale destinazione dei fondi prelevati per contante, si procede con l’inoltro della presente segnalazione di operazione sospetta».

Mino Raiola e Federico Pastorello

Per Mino Raiola, così come per il caso di Federico Pastorello, il problema sollevato da Report è la presenza nell’isola della sua società, la Three Sport. Secondo quanto riportato nel servizio, il requisito fondamentale sarebbe quello di non possedere una società fittizia, ma l’inviato della Rai non sarebbe riuscito a visitare la sede o incontrare almeno un dipendente. «Sul registro delle imprese la sede della società Three Sport è indicata in un palazzetto d’epoca a due passi dal porto e dalla Valletta. Lo raggiungiamo per capire se la società di Raiola esiste veramente», racconta l’autore Daniele Autieri per poi giungere a una conclusione dubbiosa: «Alla Three Sport non siamo i benvenuti. E l’impressione è che il palazzetto d’epoca sia in realtà solo un domicilio fiscale per tante aziende».

Per Federico Pastorello il dubbio risulterebbe lo stesso. Daniele Autieri si presenta dinanzi a quella che pare essere la sede della società Sovi International, di cui è proprietario lo stesso Pastorello insieme all’avvocato Francesco Guarnieri, ma qualcosa non quadra: «La sede legale della Sovi, una delle più importanti società di intermediazione che muove milioni di euro nel calcio è in realtà la sede di un’altra società: la Zeta, specializzata nella costituzione di aziende e fiduciarie». Nel servizio viene intervistato anche un big del mondo dei procuratori, Vincenzo Morabito, che davanti alle telecamere di Report riporta alcune sue opinioni di fronte alla questione maltese:

Autieri: «Quando un agente sigla un contratto di intermediazione, questo contratto viene inviato alla Federcalcio?»

Morabito: «I mandati vengono registrati presso la Federcalcio, la fatturazione no»

Autieri: «Quindi se lei ha una società a Malta, faccio per dire… nessuno lo sa…lo sa solo il club»

Morabito: «Esatto! Se un club non paga, il controllo, e paga la fattura a Gibraltar o a Malta, quello è un problema. Finché non interviene una procura o la guardia di finanza resta tutto così»

Alla domanda «Il crimine organizzato è entrato nel calcio?» da parte dell’inviato di Report Daniele Autieri, l’ex parlamentare europea Ana Gomes risponde senza mezzi termini: «Non ho dubbi. In alcuni casi manipolando i piccoli club ma non ho dubbi che a livello dei grandi club sia presente anche il crimine organizzato che opera attraverso le transazioni dei calciatori. Qual è il ruolo di questi intermediari? Se non quello di organizzare i sistemi per ripulire denaro, i sistemi per fare grandi profitti che non servono gli interessi dello sport ma quelli del crimine organizzato, incentivando questa enorme industria».

Igli Tare e la Lazio

In merito al tema del crimine organizzato, in un’altra anticipazione del servizio di Report, pubblicata a firma di Daniele Autieri su Repubblica, viene trattato un altro scandalo sollevato da Report e riguardante la Lazio: «Affari, conflitti di interesse, infiltrazioni del crimine organizzato. Un triangolo pericoloso che lambisce la Lazio del presidente Claudio Lotito e coinvolge lo storico direttore sportivo e bandiera della squadra della capitale, Igli Tare».

Secondo quanto riscontrato dalle indagini della Procura di Bari e dalla Guardia di Finanza, si sarebbe formata un’alleanza tra la mafia siciliana, ‘ndrangheta e i clan baresi per entrare nel mondo delle scommesse. Il gruppo malavitoso individua in Albania una società, la Top Bast intestata al prestanome Ermal Barjami che però risulterebbe «di fatto, la società è dei fratelli Genti e Igli Tare, rispettivamente console albanese in Turchia e direttore sportivo della società sportiva Lazio». Le indagini riportano una serie di contatti tra Genti Tare e i rappresentanti dei clan.

L’operazione non andò in porto e i fratelli Tare non vengono indagati, ma la scoperta della Guardia di Finanza pone in serie difficoltà l’ex calciatore laziale. Infatti, un direttore di un Club non può possedere società di scommesse secondo le linee guida della Federcalcio, pertanto per Igli Tare si profila l’accusa di illecito sportivo. I fili che legano questa scoperta portano ad altri nomi, tutti coinvolti nell’affare del giocatore kosovaro Vedat Muriqi.

Durante l’acquisto della Lazio del giocatore kosovaro erano coinvolti diversi soggetti, soprattutto gli intermediari: oltre all’agente e l’avvocato, partecipano alle trattative anche l’agente albanese Shkumbin Qormemeti e due fratelli italiani, Gabriele e Valerio Giuffrida. La società laziale dichiarerà di aver pagato le commissioni alla società dei due fratelli, ma ciò che risulta curioso è che per due anni Valerio presiedeva il ruolo di sindaco supplente della Lazio Events, società legata alla Lazio di Lotito. Benché l’affare si fosse concluso in un periodo diverso dall’incarico ricoperto, tale situazione rivelerebbe lo stretto rapporto tra i fratelli e la società.

Molti i dubbi sollevati dal servizio di Report e La Verità sul mondo del calcio, dove si arriva a parlare addirittura di un sistema dove «le mafie si muovono per giocare la loro partita». Se confermati, tutti i precedenti scandali come quelli sul doping o Calciopoli figurerebbero come delle barzellette.

Foto di copertina: Ansa, Instagram

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