Conte sogna di tornare al Governo: «Proporrò una nuova Costituzione. Bisogna rafforzare il Paese»
«Non è possibile che il sistema Italia sia affidato al singolo personalismo. Tra le prime cose che farò se mi insedierò come leader io proporrò agli altri leader di ragionare su una riforma costituzionale». A parlare è Giuseppe Conte. Ospite a diMartedì da Giovanni Floris l’ex premier ha spiegato le sue prime intenzioni da prossimo leader del Movimento 5 Stelle. Dopo l’accordo per la consegna dei dati degli iscritti per Conte è arrivato il momento di pensare a un riassetto. Una delle principali idee elencate è quella di una nuova Carta costituzionale «che possa rafforzare il sistema del Paese». «Ci saranno organi collegiali nuovi» ha continuato Conte, «non vogliamo ricadere nelle forme tradizionali di partito». Incalzato poi sul tema del presidenzialismo ha aggiunto: «Se proporrò il presidenzialismo? Non me lo faccia anticipare. Qui c’è un problema di sistema, io mi sono confrontato in Unione Europea con Rutte che era da 10 anni lì, Merkel 15 anni. Lo sforzo fatto sul Recovery Plan da un premier che ha vita breve è stato enorme».
Riguardo ai rapporti con gli altri partiti, Giuseppe Conte si è poi espresso in modo particolare sul Pd: «Ci saranno delle differenze con il Partito Democratico, perché avremo una chiara identità. Ma sicuramente dialogheremo costantemente al fine di costruire un cammino». Su Matteo Salvini e Giorgia Meloni il pentastellato preferisce non usare toni polemici: «Non mi interessa la polemica, a me interessa sapere che proposte avranno Lega e FdI. L’ipotesi di Salvini e Meloni come due potenziali presidenti del Consiglio non mi lascia affatto indifferente. Con il M5S non ci saranno più “no” pregiudiziali, lavoreremo per il bene dei cittadini».
Conte poi ha anche parlato del vincolo del doppio mandato, per l’ex premier questa regola non rientrerà nel nuovo statuto del Movimento: «Il punto non sarà nel nuovo Statuto. È un Codice Etico, subito dopo l’approvazione dello Statuto lavoreremo a riformulare quanto necessario». Un Movimento nuovo, insomma, di cui potrebbe fare parte anche Alessandro Di Battista: «Ora è partito per la Colombia, quando ritornerà ragioneremo insieme. Se penso di poterlo coinvolgere? Assolutamente sì».
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