Euro 2020, le giovani stelle da tenere d’occhio. Da Donnarumma a Foden: ecco la formazione di Open
Sono giovani, talentuosi e con stagioni più o meno esaltanti alle spalle. Alcuni di loro sono all’esordio in una competizione importante come l’Europeo di calcio, altri hanno già dimostrato il loro valore sul campo sia con le rispettive nazionali che con i club di provenienza. Tutti hanno fame e possono fare nel torneo continentale il salto di qualità definitivo. Parliamo delle giovani stelle da seguire a Euro 2020, che Open ha messo in campo in una squadra la cui età media è di 23 anni e sei mesi per una valutazione di mercato (dati Transfermarkt) che supera i 770 milioni di euro. Non mancano le assenze illustri, come quella di Erling Haaland, la cui Norvegia non si è qualificata, e quella di Kylian Mbappé, che è fuori categoria.
Portiere: Gigi Donnarumma (ITA)
«Mercenario», «traditore», «ingrato», sicuramente «fenomeno». La si può pensare in ogni modo perché, al di là delle questioni mosse dal suo sempre più probabile trasferimento al Psg, Gianluigi Donnarumma è il portiere che difenderà i pali della nostra squadra di giovani. Lo farà per il talento e le capacità tecniche e fisiche che da quando ha 16 anni lo hanno aiutato a imporsi e che oggi gli danno l’occasione di giocarsi, da esordiente, un posto nel Pantheon dei grandi calciatori del Vecchio continente. Sarà lui a difendere la porta della Nazionale italiana, a 22 anni prende il posto di Gianluigi Buffon in un Paese dove – se di ruolo sei portiere – di colleghi in grado di soffiarti il posto ce ne sono tanti.
Terzino destro: Joshua Kimmich (GER)
Sulla corsia destra di difesa abbiamo scelto il tedesco Joshua Kimmich. Atletico, veloce e soprattutto tecnico è un giocatore di sostanza ed eleganza, il nostro fuori quota, il più stagionato dei nostri giovani (ha 26 anni), ma anche uno tra i più vincenti. Con il suo Bayern Monaco ha vinto praticamente tutto e nel palmares della Fußball-Bund ha già aggiunto un Europeo under-19. Punta a vincere un’edizione del torneo continentale sia nella selezione giovanile che in quella maggiore.
Difensore centrale: Matthijs de Ligt (NED)
Matthijs de Ligt ha dimostrato fin dal primo momento le sue doti fuori dall’ordinario. Ha iniziato a 19 anni con l’Ajax, buttando fuori Real Madrid e Juventus dalla Champions League e fermandosi solo in semifinale, e continua a 21 anni, in forza ai bianconeri, dove in una stagione difficile ha comunque rasserenato tutti circa le prospettive di crescita e il livello attuale. Dotato di una fisicità e di una forza fisica importanti, abbiamo scelto lui per rappresentare, insieme a un altro simbolo che scopriremo più avanti, il ritorno del calcio olandese dopo la doppia assenza Oranje da Mondiale ed Europeo. Siamo sicuri che non farà rimpiangere Virgil van Dijk.
Difensore centrale: Alessandro Bastoni (ITA)
È trascorso poco tempo dalla prima volta di Alessandro Bastoni in maglia Azzurra. In quell’occasione marcò Lewandowski con una prestazione magistrale per un esordiente. Nel tempo sono arrivati gli elogi grazie alle prestazioni sempre più convincenti, caratterizzate da capacità di giocare di anticipo, di inserirsi e di trattare il pallone con qualità. Bastoni arriva alla sua prima convocazione in un Europeo come un possibile sostituto di lusso e in molti lo preferirebbero al posto di uno tra i titolari nella formazione di Roberto Mancini. Comunque andrà contiamo sul fatto che il cremasco, che si è fatto le ossa tra Atalanta e Parma prima di laurearsi campione d’Italia da protagonista con l’Inter, farà valere il suo talento indubbio.
Terzino sinistro: Andrew Robertson (SCO)
Sulla fascia sinistra Andrew Robertson prende il posto del compagno di squadra Trent Alexander-Arnold, rimasto infortunato a Wembley durante l’ultima amichevole della selezione inglese contro l’Austria. Avremmo scelto Alexander-Arnold perché piaceva l’idea di vedere uno dei più tecnici e intelligenti calciatori della sua generazione all’opera in uno scenario così importante. Robertson, tuttavia, non è stato da meno dando negli ultimi anni quantità e strapotere fisico sulla corsia del Liverpool. Scegliamo lui, il capitano della Scozia, mancino e originario di Glasgow, per credere in una sorpresa dai motivi tartan ai prossimi europei.
Mezzala destra: Nicolò Barella (ITA)
Nicolò Barella è probabilmente il miglior centrocampista italiano in questo momento. Il suo exploit a Cagliari è proseguito con il passaggio alla sua squadra del cuore, l’Inter, dove si è confermato a livelli altissimi. Ha dimostrato dal primo ingresso a San Siro di essere un giocatore completo, in grado di recuperare, spezzare i tempi e giocare palla al piede per creare superiorità. Ha grandi doti di interdizione, ma non disdegna gli inserimenti offensivi. In coppia con Jorginho ha possibilità di giocarsi l’Europeo da titolare fisso. Inamovibile anche per noi.
Centrocampista centrale: Frenkie de Jong (NED)
Abbiamo detto del ritorno dell’Olanda nel calcio che conta. Ecco, il verbo degli Oranje, ovvero quel calcio totale professato negli anni Settanta da Johann Crujiff, è reincarnato in questo ragazzo delle campagne di Arkel: Frenkie de Jong. Non una scelta casuale, dato che con Ajax e Barcellona, club fautori di un gioco fatto di possesso, spaziature e duttilità, ha dimostrato di essere fondamentale per una costruzione intelligente, creativa e precisa. La rinascita di una delle selezioni più affascinanti, ma anche meno vincenti tra le big della storia del calcio, passa dai suoi piedi. La vittoria pure.
Mezzala sinistra: Scott McTominay (SCO)
Pur essendo nato a Lancaster, nel cuore dell’Inghilterra, ci piace pensare che un pizzico dello spirito gaelico lasciato a Manchester da Sir Alex Ferguson sia stato impersonificato da questo ragazzo. Di passaporto scozzese dal 2018, Scott McTominay ha rappresentato un’ancora di salvezza per lo United in tempi oscuri dove Paul Pogba non c’era e Bruno Fernandes non era ancora nel mirino dei Red Devils. Che poi è quello che ha mostrato di nuovo nella finale di Europa League persa contro il Villareal, dove è stato tra i pochi della sua squadra a riuscire a giocare a calcio seminando il panico tra gli spagnoli. Il suo merito è stato anche quello di portare forza e dribbling in mezzo al campo. E in un Nazionale, quella scozzese, che dell’arrembaggio dovrà fare la sua arma in più, questo ragazzo potrebbe fare la differenza.
Ala destra: Kai Havertz (GER)
In molti non saranno d’accordo. «Meglio Sancho», «Dov’è Joao Felix?». Noi abbiamo convocato lui perché ha vinto la Champions League segnando l’unico e decisivo gol utile a riportare sul tetto d’Europa il Chelsea. Kai Havertz ha dimostrato di essere in grado di farsi trovare pronto quando conta, vincendo al suo primo anno in un grande club. Con la Germania potrebbe trovare poco spazio, ma come detto il 21enne tedesco sa trovare il suo momento.
Punta centrale: Marcus Rashford (ENG)
Se la Norvegia si fosse qualificata per gli Europei, Haaland avrebbe messo a serio rischio la sua titolarità nell’undici di Open. La prestazione di Marcus Rashford nella finale di Europa League persa dal Manchester United contro il Villareal è stata deludente. Ma il giocatore non si discute. Rashford è anche un ragazzo in grado di concentrare il dibattito pubblico in patria sul ruolo del calcio nei processi educativi e di equità sociale. Ed è finito sulla copertina di Time anche per quello che porta sul campo. Le sue doti tecniche lo rendono il giocatore duttile di cui nel calcio contemporaneo si fatica a rinunciare. Sarà lui a guidare lui l’attacco dell’Inghilterra, e della nostra selezione.
Ala sinistra: Phil Foden (ENG)
Phil Foden è il giocatore inglese più talentoso della sua generazione. Ha vinto, ha perso (una Champions), questo classe 2000 rischia di bruciare le tappe. Foden è testimone di un successo che è anche legato allo spirito del calcio d’Oltremanica. Nato e cresciuto a Stockport, nei sobborghi della Greater Manchester, sta iniziando a rappresentare, anche sul piano commerciale, il legame tra un calciatore e una città come è stato per pochi casi in questo sport. Foden è “uno di noi che ce l’ha fatta” per i suoi concittadini (che come lui tifano City, beninteso) ed è anche il mancino naturale – capace di incidere da dentro e fuori l’area – sul quale ricadono parte delle speranze dell’Inghilterra, che chiede ai suoi talenti di riportare i Tre Leoni sopra a tutti.
Progetto grafico di Enzo Monaco
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