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I guadagni dalle narrative NoVax. Il caso di Stefano Scoglio e il protocollo prevaccinale a base di integratori (i suoi)

09 Giugno 2021 - 11:49 David Puente
Stefano Scoglio non è un medico, ma propone una serie di integratori di sua produzione per proteggersi dai presunti «danni da vaccino»

Vi ricordate del test farlocco dei tamponi e il kiwi? Durante quell’inutile esperimento non c’era soltanto il Dottor Mariano Amici, medico diventato ormai noto grazie a qualche comparsata in televisione, ma anche il presunto «candidato al Premio Nobel per la Medicina 2018» Prof. Stefano Scoglio, un altro personaggio che ha guadagnato notorietà negli ambienti complottisti della pandemia Covid19 per le sue teorie anche contro i vaccini. Cosa ci guadagnano certi personaggi a diffondere determinate narrative? A quanto pare, qualcosa c’è.

Si dichiara omeopata, ma non risulta essere un «medico» nonostante lo sostenga qualche titolo di giornale. Di fatto, il suo nome non risulta nel database pubblico dell’Ordine dei Medici, mentre da anni si autocelebra come «candidato al Premio Nobel per la Medicina 2018», nonostante le liste per quella specifica categoria non vengano pubblicate se non dopo 50 anni. Nel suo profilo Linkedin leggiamo il titolo di Director at Nutritherapy Research Center a Pesaro e Urbino, mentre non riporta la società Nutrigea da lui stesso fondata nel 1998 con sede a San Marino. Ricordiamoci di questo nome: Nutrigea.

Anche Scoglio gestisce il proprio canale Telegram, dove risultano iscritti migliaia di utenti e in particolare i seguaci, nel quale propone un «protocollo consigliato» da seguire una settimana prima del vaccino anti Covid19. Si parla di integratori, come spiegano i gestori dell’account Twitter Biologi per la scienza in un tweet che si conclude con la seguente affermazione: «Chissà chi ci guadagna».

Stefano Scoglio consiglia ai suoi seguaci un «protocollo» pre vaccinazione, come mai? Secondo il “non medico” servirebbe per proteggersi dai «danni da vaccino», uno dei cavalli di battaglia degli ambienti NoVax. Leggiamo il contenuto di un suo post Facebook del 18 marzo 2021: «Leggo sempre più spesso che a causa dei vaccini aumentano i contagi e le varianti…No, aumentano i malati, e sono malati di vaccini…virus & co., incluso il presunto ADE (Antibody Dependent Enhancement), sono solo il modo di coprire questo fatto inconfessabile, e di infettare di virologia anche coloro che si oppongono alla società del lockdown e ai vaccini…». Insomma,

Se viene percepito un problema si cerca una soluzione, quest’ultima proposta da Stefano Scoglio individuando, come riporta nel suo canale Telegram, alcuni prodotti come il Klamextra, l’Algozym, il KlamaCor, il Nutrflor e il Nutricol presenti nel catalogo online dalla Nutrigea, la sua società.

Un protocollo che, acquistando le confezioni più piccole dallo store, costerebbe 127 euro, senza contare i 21 euro per OxyAid spray che Stefano Scoglio consiglia sempre su Telegram «per ridurre il rischio di risultare positivi al tampone».

Non si comprende quale studio clinico confermi l’utilità di prodotti di questo tipo, integratori alimentari, per proteggersi da «presunti danni da vaccino». Stefano Scoglio consiglia il suo protocollo, certamente non lo prescrive, ma risulta lecito sostenere che i suoi interventi di fronte ai seguaci riguardo determinate narrative possano portargli un guadagno dalla vendita dei suoi stessi prodotti. A proposito di utili narrative, torniamo a parlare della presunta candidatura al Premio Nobel leggendo la motivazione riportata in un articolo di giornale presente nel suo gruppo Facebook: «per i suoi studi sull’alga Klamath».

Il nome Klamath non è nuovo, è lo stesso presente e citato 144 volte nel catalogo della Nutrigea. Parliamo di microalghe presenti nel Lago Upper Klamath in Oregon (USA) che Scoglio avrebbe notato per la prima volta nel 1992 diventandone poi – a detta sua – forse il maggiore esperto al mondo. Secondo un’intervista rilasciata dallo stesso Scoglio il 29 marzo 2021, la proposta di candidatura sarebbe arrivata da parte del Dottor Roscoe M. Moore, un immunologo americano, che avrebbe ritenuto validi i suoi studi sulle microalghe avendone riscontrato alcune “capacità” contro malattie anche gravi.

Non sappiamo se il Dottor Roscoe M. Moore fosse stato scelto tra i nominatori qualificati nel 2018, anche per loro bisogna aspettare qualche decennio affinché vengano resi pubblici e consultabili gli elenchi all’interno del portale del Premio Nobel. Sta di fatto che la presunta candidatura eleva la reputazione percepita di Stefano Scoglio, dando maggiore credibilità anche ai prodotti venduti dalla sua società, «proposti» a coloro che hanno paura del vaccino dopo le martellanti narrative NoVax.

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