In Evidenza Benjamin NetanyahuDonald TrumpGoverno Meloni
SOSTENIBILITÀGreenInquinamento

Quanto inquinano i mozziconi buttati a terra? Un piccolo gesto che ha un impatto enorme sull’ambiente

10 Giugno 2021 - 13:09 in collaborazione con  Philip Morris Italia
Riparte la campagna #Cambiagesto di Philip Morris Italia

È un attimo, nella testa, in cui parte il comando che fa schioccare le dita e lanciare la sigaretta giù dal balcone, per strada, al parco. Inizia così, superficialmente, il viaggio di milioni di mozziconi che ogni giorno avvelenano la Terra. I tragitti sono dei più disparati: si arenano nei canali di scolo delle città, intasandoli e causando allagamenti. Le cicche che defluiscono nelle fogne arrivano poi nei fiumi, e dai fiumi ai mari. Ancora, tra indice e pollice c’è chi nasconde i mozziconi di sigaretta sotto la sabbia. Anche in quel caso, finiranno presto in mare.

Sbaglia chi crede che il fondo dell’oceano sia la meta finale e che lì, nell’oscurità distante dall’uomo, si depositino i mozziconi. Le sigarette non si dissolvono così facilmente e, prima o poi, il loro viaggio riprende. Pesci e uccelli marini, scambiando le cicche per cibo a causa delle piccole dimensioni, mangiano i frutti della pigrizia di molti fumatori. Così, composti di carta, cellulosa acetata, cenere, tabacco, catrame e scarti della combustione entrano a far parte della catena alimentare. Si stima che le sostanze chimiche presenti nei mozziconi si trovino nel 30% delle tartarughe marine e nel 70% degli uccelli marini. Non si conosce, invece, la percentuale dei pesci che hanno ingerito resti di sigarette, ma è certo che tra le principali cause di morte di questi animali rientri l’assunzione di cicche.

Tra i pesci che sopravvivono all’inghiottimento di frammenti di sigarette, alcuni finiscono sulle tavole delle persone. E così, la trascuratezza di non aver smaltito correttamente il mozzicone arriva a intaccare gli esseri umani, al vertice della catena alimentare. Ogni anno, nel mare, vengono disperse circa 800 mila tonnellate di mozziconi. Una mole enorme, se si pensa che l’Empire State Building di New York pesa 365 mila tonnellate: il peso delle cicche che galleggiano negli oceani è uguale a quello dell’iconico grattacielo newyorkese, moltiplicato per due. D’altronde, circa il 70% del totale delle sigarette fumate sulla terra finisce nel mare. Per decomporsi, un mozzicone può impiegare fino a 10 anni.

È arrivato il momento di cambiare attitudine, prima che nel nostro mare ci siano più mozziconi che pesci. Traguardo che, a questi ritmi, potrebbe essere raggiunto in meno di un decennio. Per provare a invertire la tendenza, da ormai tre anni ha luogo nelle città italiane #Cambiagesto, la campagna promossa e finanziata da Philip Morris Italia, patrocinata dal ministero della Transizione ecologica e realizzata in collaborazione con Retake, associazione di volontari per la riqualifica e la valorizzazione del territorio, e con Plastic Free, movimento di sensibilizzazione sulla pericolosità della plastica.

#Cambiagesto ha l’obiettivo di informare i fumatori adulti sui danni provocati dai mozziconi di sigaretta dispersi nell’ambiente. Nel 2021, l’operazione coinvolgerà 18 città italiane. È partita in simultanea da Napoli, Pescara, Matera e Perugia il 5 giugno, in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente, che quest’anno ha avuto come tema proprio “Restore our planet”, muovendosi nel solco del piano decennale 2021-2030 delle Nazioni Unite per il “Ripristino dell’ecosistema”. Il programma è rivolto alla salvaguardia del mare, delle foreste, dei terreni agricoli e delle montagne. Per la sua realizzazione sono necessari investimenti enormi, ma inevitabili per porre rimedio ai danni ambientali occorsi negli ultimi decenni.

Senza inversione di rotta, il pianeta collasserà. Un futuro più sostenibile, per proteggere l’ambiente e tutelarne la biodiversità, può e deve riguardare tutti i cittadini: è la sensibilizzazione che anima l’iniziativa #Cambiagesto. Dopo la partenza dello scorso 5 giugno, la manifestazione ha visto la sua seconda tappa l’8 luglio, in occasione della giornata mondiale del Mediterraneo, a Cagliari, Cefalù, Reggio Calabria, Termoli, Genova e Senigallia. In questa occasione il lancio della challenge, in collaborazione con Lifegate, per l’installazione di tre seabin, degli speciali raccoglitori che possono raccogliere fino a 500 kg di rifiuti dispersi nell’ambiente marino. Per partecipare alla challege e contribuire all’attivazione dei seabin basta postare una storia o un post su Instagram con l’hashtag #Cambiagesto.

#Cambiagesto continuerà anche dopo l’estate, con iniziative per il World clean-up Day il 18 settembre a Roma, Torino, Pisa, Milano, Rimini e Ravenna. Infine, si concluderà tra il 20 e il 27 novembre, in occasione della settimana europea per la riduzione dei rifiuti a Taranto, Fiumicino e Venezia.

«#Cambiagesto è parte fondamentale della nostra strategia di sostenibilità – afferma Michele Samoggia, responsabile Comunicazione e Sostenibilità di Philip Morris Italia, che spiega –, l’inquinamento da mozziconi si risolve solo agendo sulla prevenzione grazie ad azioni sinergiche ed efficaci in grado di coinvolgere una pluralità di soggetti: aziende, tabaccherie, Istituzioni, Terzo settore. Per questo ci tengo a ringraziare tutti i partner coinvolti che, per il terzo anno consecutivo, rendono possibile insieme a noi #Cambiagesto». In ogni città, #Cambiagesto coinvolge volontari, aziende e tabaccai, per fare informazione e distribuire portamozziconi tascabili. Nelle tappe balneari, vengono anche posizionati sul lungomare dei grandi raccoglitori di mozziconi collettivi, per far leva su un sentimento comunitario virtuoso, accompagnati da una nota informativa che incentiva i fumatori a porre l’attenzione sul tema dello smaltimento delle cicche: «Ogni giorno, nel mondo, oltre 10 miliardi di mozziconi vengono abbandonati nell’ambiente. Un gesto fatto senza pensare, che ha un costo immenso per l’ambiente. Un’azione apparentemente insignificante che ha grandi conseguenze sugli equilibri della natura e sul futuro del pianeta. Un gesto che possiamo cambiare», conclude Samoggia.

Articoli di SOSTENIBILITÀ più letti