Ciro Grillo e quelle risate con gli altri tre ragazzi in caserma. La madre: «Taci, stupido»
È il 1° settembre dell’anno scorso quando Ciro Grillo, Francesco Corsiglia, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta vengono convocati in caserma a Quarto dai carabinieri per sbrigare alcune pratiche burocratiche legate alle accuse di stupro nei loro confronti. Capitta è il primo ad arrivare e ad attendere in sala d’attesa, dove i dialoghi sono registrati dalle telecamere a circuito chiuso della struttura. Nel filmato dei militari si vedono Ciro Grillo e i suoi amici che scherzano e parlano della propria posizione. Le intercettazioni ricavate dalla caserma sono allegate alla richiesta di rinvio a giudizio presentata dal procuratore Gregorio Capasso e dalla sostituta procuratrice Laura Bassani. L’udienza preliminare è fissata per il prossimo 25 giugno.
La madre di Ciro Grillo: «Siete tre bambini, non capite»
Poco dopo l’arrivo dai carabinieri, Capitta dice alla madre, con lui in caserma: «Non so come reggerà il fisico, se mi faccio un mese di galera poi esco incazzato come una bestia». Ma l’inquietudine dura poco: arrivano anche Ciro Grillo, accompagnato dalla madre Parvin Tadjik, e Corsiglia, assieme allo zio. «Edo [Edoardo Capitta] li saluta facendo il gesto delle manette con le mani», annotano i carabinieri dopo aver passato in rassegna il filmato. «In questi giorni non ci possiamo vedere né frequentare, anche se non abbiamo niente da nascondere», esordisce Grillo, subito ammonito dalla madre, che lo rimprovera. «Sei veramente uno stupido, stai zitto». La versione è confermata anche nel verbale dei carabinieri: «Quando Ciro ride e scherza, la madre gli dice che non ha parole, che sono tre bambini e che non capiscono». I tre ragazzi tornano comunque spesso sulle accuse per cui sono stati convocati in caserma.
Lauria: «Siamo solo indagati, siamo innocenti»
Intorno alle 10:40 arriva in caserma anche Lauria. I militari chiedono a tutti gli accompagnatori di lasciare la stanza. A quel punto, Grillo avverte a cenni i suoi amici di rimanere in silenzio «portandosi le mani vicino alle orecchie come a lasciare intendere che potrebbero essere ascoltati», scrivono i carabinieri. Tuttavia, l’ultimo arrivato, Lauria, dice: «Siamo solo indagati, siamo innocenti!», prima di essere zittito da Grillo e Corsiglia. «Dobbiamo stare tranquilli», insiste Lauria prima del colloquio e del silenzio che scende nella stanza. «Quelle cose lì non le abbiamo fatte».
Immagine di copertina: Vincenzo Monaco
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