Richiami con vaccini diversi da AstraZeneca: la Lombardia ci ripensa e dà il via libera alle secondi dosi con Pfizer o Moderna
Un nuovo dietrofront – il secondo della giornata – da parte della Lombardia. La Regione, dopo aver annunciato la sospensione delle seconde dosi agli under 60, già vaccinati con AstraZeneca, ha deciso di tornare sui suoi passi. Dopo aver ricevuto la circolare del ministero della Salute e il collegato parere di Aifa, la Regione ha infatti deciso di proseguire alla somministrazione della seconda dose ai cittadini sotto i 60 anni vaccinati con AstraZeneca in prima dose con vaccino Pfizer o Moderna, e dunque ha deciso di dare il via libera alla vaccinazione eterologa. La riorganizzazione del programma vaccinale avverrà negli stretti tempi necessari sulla base delle dosi di vaccino disponibili. La riprogrammazione che sta operando la Regione Lombardia, sarà infatti portata avanti tenendo conto dei vaccini anti Covid a disposizione, delle prime dosi in programma agli under 60 (adesso principalmente 40enni e 30enni), dell’intervallo tra prima e seconda dose. Non si tratta di una cosa semplice, considerando che la Lombardia è la prima Regione italiana nel rapporto tra dosi somministrate e dosi consegnate, il 93,3%.
«In attesa di una nota ufficiale del ministero della salute e di Aifa, competenti a rilasciare un parere scientifico, e allo scopo di tutelare quanto più possibile la salute dei cittadini e garantire i loro diritti», aveva scritto in precedenza la Regione, «la direzione generale Welfare ha deciso di sospendere cautelativamente i richiami eterologhi (quindi con un vaccino diverso) per tutti i cittadini under 60 che hanno ricevuto la prima dose di AstraZeneca. Per chi ha più di 60 anni nulla cambia». Un parere dall’Aifa era in realtà già arrivato nella giornata di ieri. Le linee guida prevedono che le persone sotto ai 60 anni che hanno già ricevuto la prima dose di AstraZeneca – circa 900mila persone – completino il ciclo vaccinale con una seconda dose di vaccino a mRna (Pfizer o Moderna), da somministrare a distanza di 8-12 settimane dalla prima dose». Regione Lombardia era però intenzionata ad aspettare un secondo parere più chiaro.
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