Crisanti su AstraZeneca: «Lo consigliavo anche alle giovani donne? Mai fatto errori, chi sbaglia è il Cts: fanno open day solo per smaltire dosi»
“Cassandra”, “profeta di sventura”, “irriducibile catastrofista”. Sono solo alcuni dei soprannomi che Andrea Crisanti, insieme ad altri esperti della materia epidemica, si è “guadagnato” nel corso di un anno e più di pandemia di Coronavirus. Ma lui risponde a chi lo etichetta così che «se sono termini dispregiativi, fanno torto a chi li usa. La prudenza è normale per ogni medico». Sulla nuova ondata che si sarebbe dovuta abbattere sull’Italia a maggio, il professore di Microbiologia all’Università di Padova, sembra aver sbagliato previsioni. «Non dissi così – spiega in un’intervista al Corriere della Sera – Dicevo solo che era intempestivo aprire allora». Eppure, anche se ogni parametro del bollettino giornaliero è in decremento «non c’è niente da festeggiare. Non andrei orgoglioso di questi numeri. Dal 26 maggio a oggi ci sono state 7 mila vittime. Se mi avessero ascoltato ce ne sarebbe state molte meno». Dunque non stiamo uscendo dall’emergenza sanitaria? «No, restiamo un Paese molto vulnerabile», dice Crisanti.
La questione AstraZeneca
Il microbiologo torna anche a parlare del caos che, ancora una volta, ha investito il farmaco prodotto da AstraZeneca. Dopo la morte della giovane Camilla, a Genova, il Cts – e il ministro della Salute Speranza – ha ritenuto opportuno vietarne l’uso ai pazienti sotto i 60 anni. «Consiglierei AstraZeneca senza dubbio anche alle donne giovani» aveva detto Crisanti in un’intervista a SkyTg24. E lui ribatte: «Sono sempre stato coerente su tutto». Può capitare di sbagliare. «No». Avrà cambiato idea qualche volta. «No, non sono una banderuola». E poi aggiunge che «è stato un errore del Comitato tecnico scientifico. Se gli Open day sono stati fatti per smaltire AstraZeneca è gravissimo. Comunque è tutta una comunicazione del cavolo». In che senso? «È stato un errore pazzesco dire che quello che decidevano Ema e Aifa era scolpito nel bronzo. Ora la gente è terrorizzata».
Il futuro dell’Italia
Con la ripartenza di tutti i settori, per Crisanti le aspettative, in termini medici, non sono delle più rosee: «L’Italia si avvia ad avere più morti di tutta Europa e la mortalità più alta per 100 mila abitanti. Anzi, sulla mortalità siamo i peggiori nel mondo».
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