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Eriksen dall’ospedale: «Non mollo». L’ex cardiologo del Tottenham: «Gli ho fatto test per 7 anni. Ma ora non giocherà più»

14 Giugno 2021 - 09:31 Redazione
Intanto, tra le equipe mediche che stanno assistendo il giocatore e lo staff della Nazionale rimangono i dubbi su cosa abbia provocato l'arresto cardiaco

«Come state? Mi sa che siete messi peggio di me! Io ora sarei pronto per allenarmi». Christian Eriksen è felice, nella sua camera d’ospedale. Le sue condizioni cliniche sono stabili. Sabato, 12 giugno, nel corso del match degli Europei Danimarca-Finlandia, il giocatore si è improvvisamente accasciato a terra per un arresto cardiaco e ha perso i sensi. Immediatamente soccorso, gli è stato praticato il massaggio cardiaco. «Era come morto: l’abbiamo riportato indietro, ma non so come abbiamo fatto», ha detto ieri, 13 giugno, il medico della Nazionale danese. Ora Eriksen si trova al quattordicesimo piano del Rigshospitalet. Il suo agente, e amico, Martin Schoots, racconta di aver parlato a lungo con lui: «Ci siamo sentiti stamattina (ieri, ndr). Ha scherzato, era di buon umore, l’ho trovato bene. Vogliamo tutti capire cosa gli sia successo, vuole farlo anche lui: i medici stanno facendo degli esami approfonditi, ci vorrà del tempo». Intanto gli esami e le analisi che il personale medico stanno eseguendo in queste ore, danno tutti lo stesso esito: negativo.

L’ex cardiologo: «Non giocherà più»

Non si dà pace l’ex cardiologo di Eriksen, Sanjay Sharma, che per sette anni lo ha seguito quando giocava nel Tottenham. «Il mio primo pensiero – ha detto – è stato: “Mio Dio, c’è qualcosa che non abbiamo visto?”. Ma ho riguardato tutti i test effettuati negli anni con gli Spurs e tutto sembrava perfetto. Seguirlo è stato un mio preciso compito e, fino al 2019, i suoi risultati erano completamente normali. Posso dirlo perché ho fatto io quei test». Dunque rimangono i dubbi, e l’inquietudine, su cosa abbia provocato l’arresto cardiaco. Insomma, se tutti gli esami sono perfetti, perché il cuore si è fermato?. Sharma è molto critico sul ritorno in campo del giocatore: «Non so se giocherà mai più a calcio. Di fatto è come morto, anche se per pochi minuti: il medico gli permetterebbe di morire ancora? La risposta è no. La buona notizia è che vivrà, la cattiva è che non so se giocherà un’altra partita di calcio a livello professionistico. Nel Regno Unito non giocherebbe. Saremmo molto severi al riguardo».

L’Inter sempre in contatto

Da quando ha avuto il malore, l’Inter non ha mai troncato le comunicazioni con l’equipe medica danese di Eriksen che, anzi, si sono fatte sempre più fitte. Secondo quanto riportato da Il Giorno, ieri il giocatore ha voluto salutare i compagni, sbucando nella chat interna della squadra con un messaggio audio. L’obiettivo, adesso, è capire cosa sia successo. Al momento, le parti coinvolte, dalla Federazione alla società nerazzurra sono d’accordo sulla volontà di non azzardare ipotesi fino al termine degli accertamenti.

Ritorno in campo con gli psicologi

Lo shock, per i compagni di squadra, è stato così grosso, che la Danimarca torna ad allenarsi, ma per farlo andrà gestito anche l’aspetto emotivo. Per questo i giocatori e lo staff tecnico sono stati assistiti da un team di quattro psicologi, nella speranza di cancellare l’immagine terribile di Eriksen a terra allo stadio Parken. «Proveremo a ritrovarci, a fare del nostro meglio, in fondo è anche il desiderio di Christian», ha detto il c.t. Hjulmand.

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