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Chi prende il reddito di cittadinanza sarà obbligato al lavoro stagionale? Cosa prevede l’emendamento M5S

La proposta di modifica presentata da Valentina D'Orso parla di obbligo di lavoro stagionale per i percettori del reddito di cittadinanza

Un emendamento al Dl Sostegni bis presentato dalla deputata del Movimento 5 Stelle Valentina D’Orso prevede l’obbligo di lavoro stagionale per i percettori del reddito di cittadinanza. Secondo l’emendamento i percettori dovranno accettare, “pena la decadenza del beneficio”, offerte di lavoro stagionali entro un raggio di 100 chilometri dalla propria residenza. La norma prevede che l’Inps integri il compenso mensile se è inferiore al Rdc. «La proposta – ha spiegato la deputata – intende incentivare il lavoro degli stagionali beneficiari del reddito. Garantendo che avvenga a condizioni economicamente vantaggiose e non svilenti». Il principio alla base, puntualizza la grillina, è quello di stipulare regolari contratti di lavoro e rafforzare la lotta al sommerso. Il deputato Roberto Pella (Forza Italia) invece ha presentato una proposta di decontribuzione totale per le imprese del turismo. A patto che assumano lavoratori del settore in CIG Covid o percettori del reddito d’emergenza o di quello di cittadinanza. Un emendamento di Fratelli d’Italia prevede invece corsi di formazione per i percettori.

Mancano i lavoratori stagionali per colpa del Rdc?

L’ex ministro del Lavoro e consigliere Inail Cesare Damiano ha invece proposto sconti pari al reddito di cittadinanza per chi assume i disoccupati. Ovvero: «Se un datore di lavoro assume full time un percettore di reddito può utilizzare una quota di reddito di cittadinanza come sconto per l’assunzione a tempo pieno». Gli emendamenti vogliono risolvere la problematica segnalata nelle scorse settimane dagli operatori del settore. «Sicuramente abbiamo pagato gli effetti indiretti della pandemia – ha detto ad Avvenire nei giorni scorsi il presidente della Fipe-Confcommercio Lino Enrico Stoppani -. Tutte le imprese del turismo, a cominciare dai pubblici esercizi, hanno subito una drastica riduzione di operatori. Questi alla prima occasione di lavoro utile si sono spostati nella Gdo, nella logistica o comunque in altre aree considerate più “sicure” in epoca Covid».

I sussidi e il reddito di cittadinanza

Nei giorni scorsi invece ad andare all’attacco era stato l’imprenditore Pietro Barilla in un’intervista a La Stampa: «Molti scoprono che stare a casa con il sussidio è più comodo rispetto a mettersi in gioco. E c’è un atteggiamento di rilassamento da parte di alcuni che io spero termini perché invece serve l’energia di tutti. Rivolgo un appello ai ragazzi: non sedetevi su facili situazioni, abbiate la forza di rinunciare ai sussidi facili e mettetevi in gioco. Entrate nel mercato del lavoro, c’è bisogno di tutti e specialmente di voi». Una visione contestata, tra gli altri, dalla deputata del Partito Democratico Chiara Gribaudo: «I giovani italiani affrontano ogni giorno precarietà e incertezze. Non passano il tempo sul divano a incassare il reddito di cittadinanza. Sono amareggiata dalle dichiarazioni di Guido Barilla. Se questo è l’atteggiamento di un grande gruppo industriale nei confronti dei giovani, in Italia più che di sfaticati abbiamo un problema di classe dirigente».

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