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Gianni Rivera risponde alle accuse: «In tv solo virologi del sistema. Vaccino? Meglio la terapia domiciliare» – L’intervista

gianni rivera causa milan
gianni rivera causa milan
Per l'ex campione azzurro le cure a casa sono più sicure. Ma a oggi nelle circolari ministeriali si fa solo riferimento a una gestione domiciliare dei pazienti

Roberto Burioni gli aveva dato del «babbeo». Ma lui ripete ancora una volta che al massimo conosce solo Buriani, suo ex compagno al Milan. Dopo l’intervento di Gianni Rivera a Porta a Porta, è scoppiato un caso sulle sue affermazioni. «Da giorni ormai non si parla d’altro, eppure io ero andato lì solo per parlare di Europei», dichiara a Open l’ex campione azzurro. Nella puntata dello scorso 10 giugno Rivera, interpellato da Vespa sui vaccini anti-Covid, ha dichiarato che non ha intenzione di farseli somministrare. «Mi ha chiesto se mi sarei vaccinato – spiega – e ho risposto onestamente». Con quale motivazione? « Ho sentito – dice l’ex pallone d’oro – molti virologi dire che non è il caso di vaccinarsi». L’ex rossonero assicura che secondi molti esperti sarebbe meglio puntare sulle cure domiciliari piuttosto che sulla vaccinazione. Quando gli chiediamo di fare dei nomi, ne menziona uno: il dottor Sergio Brancatello, noto alle cronache per alcune dichiarazioni controverse sui vaccini.

«Ovviamente mi auguro di non contrarre il Covid e ammalarmi – precisa l’ex calciatore -. Stiamo molto attenti, prendiamo le misure giuste, finora c’è andata bene». A proposito delle cure domiciliari, spiega che un gruppo di medici da mesi propone una «terapia» da fare a casa per i pazienti positivi al Sars-Cov-2. Eppure non esiste ancora un protocollo che permetta di curare la malattia a domicilio: nella Circolare ministeriale sulla «gestione domiciliare dei pazienti con infezione da SARS-CoV-2» non si parla di «cure domiciliari», bensì di gestire e monitorare la Covid-19. Il presidente dell’Aifa, Giorgio Palù, ha definito le cure a casa un’arma fondamentale, ma solo se accompagnate alla vaccinazione. «Svolgere quei pochi esami per utilizzare il cortisone e l’eparina a basso peso molecolare, questo ci aiuterebbe a evitare saturazione degli ospedali», aveva spiegato Palù. Ma Rivera non ci sta: il problema per l’ex campione sarebbe l’assenza di una pluralità di voci: «Ognuno deve avere le sue idee. Il problema è che virologi contrari alla visione comune non vengono invitati».

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