Omicidio Sacchi, la simulazione in aula con i soldi nella borsa di Anastasia. Il padre di Luca: «Non perdono, voglio l’ergastolo»
Emergono nuovi dettagli sull’omicidio di Luca Sacchi, il personal trainer ucciso a Roma il 23 ottobre del 2019 durante uno scambio di droga nel quartiere di Colli Albani. «Luca non mi ha visto mentre sparavo, non se n’è neanche accorto», queste le parole, pronunciate ieri, 15 giugno in corte d’Assise, da Valerio Del Grosso, imputato per la morte di Luca Sacchi. «La pistola era carica, rubare la borsa ad Anastasia doveva essere un gioco da ragazzi», ha aggiunto. Ed è su questo punto che la procura sta concentrando ogni sforzo. Quella borsa poteva davvero contenere i 63 mila euro utili all’acquisto di 15 kg di erba? Secondo chi indaga, sì.
Cosa è successo il 23 ottobre 2019
Per la pm Giulia Guccione, infatti, dentro la borsa di Anastasia Kylemnyk, la fidanzata di Luca Sacchi a processo per reati connessi alla droga, ci sarebbero potuti essere i 63mila euro. La pm, infatti, ha ricreato la scena acquisendo dalla Banca d’Italia del denaro fac-simile così da verificare se la capienza di quello zaino fosse sufficiente a contenere quella cifra. Denaro che, però, non è mai stato ritrovato. Dov’è finito? Quello che emerge, dunque, è che uno scambio di droga si sia trasformato improvvisamente in una rapina. I due, Pirino e Del Grosso, avevano intenzione di rubare lo zainetto di Anastasia ma non sapevano che con lei ci fosse il fidanzato, Luca, che ovviamente ha subito preso le difese della sua ragazza. Ed è in quel momento che Del Grosso avrebbe premuto il grilletto, uccidendolo.
Oltre a Valerio Del Grosso, sono finiti nel banco degli imputati anche Paolo Pirino – autore materiale del delitto insieme, appunto, a Del Grosso – e Marcello De Propris, l’uomo che avrebbe consegnato ai due ventenni la pistola con cui poi sarebbe stato ucciso Luca Sacchi. Tra gli imputati anche il padre di De Propris – accusato di essere il proprietario dell’arma usata per l’omicidio – e la fidanzata della vittima, Anastasia Kylemnyk, accusata di violazione della legge sugli stupefacenti. La ragazza è anche parte lesa nel processo.
Cosa ha detto il papà di Luca Sacchi
«Non scuso nessuno. Né Del grosso, né Pirino, nessuno. Mio figlio non c’è più e a me manca tanto. Non li perdono. Io darei la vita per riavere mio figlio. E spero che i giudici prendano la cosa come va presa, come è stata presa per il caso del carabiniere Cerciello Rega: l’ergastolo, spero che sia così». Queste le parole di Alfonso Sacchi, papà di Luca, al termine dell’udienza che si è tenuta ieri. Del Grosso, poi, ha anche chiesto scusa per il suo atto: «Ha chiesto scusa, sapendo di non poter ottenere il perdono – ha spiegato il suo difensore, Alessandro Marcucci – ma si è scusato con tutti familiari e con tutte le persone che volevano bene a Luca».
Il faccia a faccia tra gli imputati
Adesso si attende il confronto: un faccia a faccia tra Del Grosso e Marcello De Propris per fare chiarezza su alcuni aspetti ancora poco chiari di questa terribile vicenda. La richiesta – come scrive la Repubblica – arriva dalla difesa di De Propris: saranno i giudici della Corte d’Assise a decidere se e quando farla. Il confronto, comunque, non si terrà prima di settembre.
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