AstraZeneca, Clementi del San Raffaele sul mix di vaccini: «Nessuna autorità lo ha approvato: imporlo è legalmente rischioso»
Imporre la seconda dose con un vaccino diverso da AstraZeneca è «rischioso», secondo Massimo Clementi. In un’intervista rilasciata all’agenzia AdnKronos, il direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’ospedale San Raffaele di Milano, ha parlato del mix sui vaccini per le persone che hanno già ricevuto come prima dose il prodotto anglo-svedese. «Se un vaccinato con AstraZeneca under 60 non volesse il richiamo con un vaccino a mRna potrebbe essere un problema», ha affermato Clementi. «Queste persone hanno firmato un consenso che non riguarda solo la prima dose, ma l’intero percorso vaccinale. Se una persona decide di fare ricorso al Tar perché non vuole il richiamo eterologo – ha detto – rischia di vincerlo». «Sarebbe dunque auspicabile la libertà di scelta, a mio avviso, al momento attuale», ha spiegato il virologo, che sottolinea comunque l’importanza della decisione di aprire alla vaccinazione combinando due diversi farmaci anti Covid. «Imporlo è rischioso perché il mix non è approvato da nessuna autorità. Anche l’Ema ha ribadito una serie di condizionali: ogni vaccino è approvato per due dosi e due dosi vanno fatte».
Secondo Clementi, in particolare, la scelta del mix richiama la decisione presa dal primo ministro britannico Boris Johnson quando «diede una sola dose di AstraZeneca a più persone possibile per bloccare l’ondata» che colpiva il Regno Unito. Da quella strategia, tuttavia, «i vaccinati con una dose singola rimangono più suscettibili alla variante Delta», continua lo specialista, che ribadisce: «Occorre un ciclo vaccinale completo per essere protetti adeguatamente. Tanta creatività sui vaccini sarebbe bene evitarla». Sulla questione della sospensione all’uso delle mascherine, Clemente resta cauto pur considerandola una spinta «al turismo e alle persone per girare con più tranquillità. Aspetterei di arrivare al 1° luglio», afferma l’esperto. «Abbiamo seguito una linea di cautela e quindi attenderei se si vuole mantenere ancora questo atteggiamento di iper prudenza. Anche perché qualche infezione, soprattutto tra i giovani, ancora c’è».
Immagine di copertina: EPA/NEIL HALL
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