Covid, Gimbe: «Dati in calo ma troppi tamponi in meno». Cartabellotta: «Perplesso sulla vaccinazione eterologa»
La curva epidemica del Coronavirus cala, ma in Italia si fanno anche meno tamponi. Questa, in sintesi, l’analisi di questa settimana del monitoraggio effettuato dalla fondazione Gimbe. Oltre a una diminuzione di nuovi contagi (11.440 contro 15.288 della settimana precedente), anche il tasso di decessi è in calo (411 contro 469). Scendono poi i casi attualmente positivi (105.906 contro 181.726), le persone in isolamento domiciliare (102.069 contro 176.353), i ricoveri con sintomi (3.333 contro 4.685) e le terapie intensive (504 contro 688). Nelle ultime 5 settimane, rileva il report, il numero di persone testate si è ridotto del 31,5%, scendendo da 3.247.816 a 2.223.782. «Da 13 settimane consecutive – spiega Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe – si registra una discesa dei nuovi casi settimanali. Se la costante riduzione del rapporto positivi/casi testati attesta una ridotta circolazione del virus, la progressiva diminuzione dell’attività di testing sottostima il numero dei nuovi casi e documenta la mancata ripresa del tracciamento dei contatti, fondamentale in questa fase della pandemia».
La campagna vaccinale
Secondo il monitoraggio, metà della popolazione italiana ha ricevuto una dose di vaccino, ma mancano all’appello ancora milioni di over 60. Al 16 giugno, il 50,5% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino e il 24,4% ha completato il ciclo vaccinale. Nell’ultima settimana sono state raggiunte 3.892.072 milioni di somministrazioni, con una media di 537.765 mila inoculazioni al giorno. L’85,2% degli over 60 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino. Nella popolazione di età superiore ai 60 anni, dunque, conclude il report, ben 2,66 milioni di persone non hanno ancora ricevuto nemmeno la prima dose di vaccino e 6,2 milioni devono completare il ciclo vaccinale.
Il caos AstraZeneca
«Riguardo al nuovo caos AstraZeneca – dice Nino Cartabellotta – se nell’attuale contesto di bassa circolazione virale è totalmente condivisibile la decisione di limitare questo vaccino agli over 60, emergono alcune perplessità in merito all’obbligo di effettuare negli under 60 la seconda dose con vaccino a mRNA, già ribattezzata come “eterologa”». Cartabellotta ha concluso dicendo che «se i presupposti immunologici e biologici e i dati preliminari lasciano supporre che la vaccinazione “eterologa” sia efficace e sicura, rimane l’incongruenza tra l’obbligo previsto dalla circolare del ministero della Salute e la possibilità riportata dalla determina di Aifa».
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