In Evidenza Benjamin NetanyahuDonald TrumpGoverno Meloni
ATTUALITÀCoronavirusGermaniaRicerca scientificaVacciniVariante Covid

Il vaccino tedesco CureVac delude le aspettative: efficacia al 47% e poco attivo contro le varianti. Ma l’azienda non rinuncia

17 Giugno 2021 - 15:01 David Puente
Ad ammettere il brutto colpo è la stessa società tedesca, messa in difficoltà dalle varianti del virus

Un lungo comunicato pubblicato sul sito dell’azienda farmaceutica tedesca CureVac pone in seria difficoltà il futuro del vaccino anti Covid19 basato sulla tecnologia a mRNA, la stessa utilizzata da Pfizer e Moderna. Rispetto ai suoi “concorrenti”, e su stessa ammissione dei ricercatori in base ai risultati ottenuti nello studio di fase 2b/3 in circa 40.000 soggetti, il vaccino CVnCoV risulterebbe efficace solo al 47% contro la malattia. Non solo, avrebbe qualche difficoltà con alcune varianti diffuse in Latinoamerica dove sono stati condotti gli studi. Una notizia che mette in difficoltà non solo il governo tedesco, che aveva finanziato la ricerca con 300 milioni di euro (molti di più rispetto alle cifre citate in Italia per il prodotto di Reithera), ma anche l’Unione europea con la quale era stato firmato un contratto per distribuire milioni di dosi del vaccino tra i paesi membri. Un vero peccato, soprattutto per un prodotto che promette ottime capacità di conservazione permettendone la distribuzione anche nei Paesi con difficoltà logistiche: tre mesi a 5°C e ben 24 ore a temperatura ambiente.

Uno dei maggiori problemi sollevati dalle analisi dei ricercatori riguarda l’efficacia sulle varianti. Tra i circa 40.000 soggetti partecipanti allo studio sono stati analizzati i dati relativi a 134 risultati positivi al virus nonostante fossero stati sottoposti ad entrambi le somministrazioni, la prima e boost (erroneamente definito «richiamo»), riscontrando un solo caso di Sars-Cov-2 originale. Il 57% del restante è risultato positivo alle cosiddette varianti di preoccupazione (VOC), il 21% dalla variante Lambda o C.37 apparsa in Perù e per il 7% dalla B.1.621 riscontrata in Colombia. Franz-Werner Haas, CEO di CureVac, sperava in un risultato migliore in questa loro analisi intermedia, ma ammette la grossa difficoltà di raggiungere un livello di efficacia adeguato dovendo affrontare «una gamma di varianti senza precedenti». Nonostante tutto, CureVac afferma di voler proseguire gli studi nella speranza di migliorare l’efficacia del suo vaccino, così come punta ancora allo sviluppo di un altro prodotto a mRNA in collaborazione con GSK previsto per il 2022, previa approvazione da parte degli enti predisposti.

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti