Saman Abbas, il fratello protegge i suoi genitori e accusa lo zio: «L’ha uccisa lui». L’altro cugino pronto a parlare coi pm
A uccidere Saman Abbas sarebbe stato lo zio Danish Hasnain, 33 anni, attualmente ricercato in mezza Europa. A confermarlo, nel corso dell’incidente probatorio di oggi, è stato il fratello della giovane d’origine pachistana, appena 18enne, scomparsa da quasi un mese e mezzo a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, per aver rifiutato probabilmente un matrimonio combinato in Pakistan. «L’ha strangolata», aveva detto il 16enne quando era stato fermato dalle forze dell’ordine il 10 maggio a Imperia, nel tentativo di raggiungere la Francia insieme a suo zio. «È un’indagine delicatissima. Trattandosi di un minore, le esigenze di tutela massima vanno ben oltre la difesa tecnica. Capirete il mio silenzio assoluto», ha detto l’avvocata Valeria Miari, legale del fratello di Saman. Il minore, durante l’audizione, avrebbe protetto i suoi genitori nel rispondere alle domande. Sarà la Procura dei minori a decidere se il ragazzo potrà andare in Pakistan dai suoi genitori o se resterà in Italia. Al momento è sotto protezione in una comunità dalla quale, tra l’altro, avrebbe tentato di scappare.
Le telecamere di Open a Novellara
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L’altro cugino vuole collaborare con i pm
Dopo il 16enne, a poter dare una svolta alle indagini potrebbe essere l’altro cugino della vittima, l’unico arrestato della vicenda, che stamattina ha assistito all’audizione, in videocollegamento dal carcere di Reggio Emilia, e che presto renderà dichiarazioni spontanee ai pm. Si è sempre detto estraneo alla vicenda nonostante, insieme allo zio Danish e all’altro cugino, sia stato ripreso mentre si dirigeva verso i campi con pale, piede di porco e secchio. A cosa servivano? Forse per scavare la fossa della povera Saman?
L’accusa ai cinque indagati
Il cugino – detenuto dal 9 giugno, ovvero da quando è stato consegnato all’Italia dalle autorità francesi che lo avevano fermato mentre stava fuggendo in Spagna – è indagato insieme allo zio Danish, all’altro cugino ancora fuggitivo e ai genitori della ragazza, rifugiatisi in Pakistan. L’accusa, per tutti, è di omicidio premeditato, occultamento di cadavere e sequestro di persona.
Foto in copertina: elaborazione di Vincenzo Monaco
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