Iran, l’ultraconservatore Raisi è il nuovo presidente: alle urne l’affluenza più bassa di sempre
Ebrahim Raisi è il nuovo presidente dell’Iran. Dopo ore di attese è stato ufficializzato il risultato della tornata elettorale che ha portato il Paese al voto. Dai dati diffusi dal ministero dell’Interno iraniano il capo dell’apparato giudiziario ha ricevuto 17,8 milioni di preferenze, pari al 62 per cento. Altri 3,3 milioni di voti sono andati a un altro conservatore, Mohsen Rezai, 2,4 milioni di voti al moderato Abdolnasser Hemmati e meno di un milione al deputato conservatore Amirhossein Hashemi-Ghazizadeh. I due rivali hanno riconosciuto la vittoria di Raisi, congratulandosi con lui, secondo quanto riferito dalle agenzie Irna e Fars. Anche il presidente uscente Hassan Rouhani si è congratulato con il «nuovo presidente», pur non facendo esplicitamente il nome di Raisi. I seggi hanno chiuso alle 2 di stanotte ora locale (le 23.30 ora italiana) a seguito delle richieste di prolungamento delle operazioni di voto avanzate da alcuni media e dai candidati.
Secondo il quartier generale per le elezioni, il numero dei votanti sarebbe superiore al 42 per cento registrato lo scorso anno per le elezioni parlamentari, ma nessuna cifra esatta è stata fornita. Media vicini ai conservatori, come le agenzie Fars e Tasnim, parlano di una dura sconfitta per chi voleva una astensione di massa, come l’ex leader del Movimento Verde Mir Hossein Moussavi, l’ex presidente Mahmoud Ahmadinejad e, all’estero, la giornalista e attivista Masih Alinejad, l’ex principe ereditario Reza Pahlavi e la leader dei Mojaheddin del Popolo Mariam Rajavi. Dal fronte opposto si afferma che il boicottaggio è riuscito e che il governo si appresta a diffondere dati falsi per affermare che la partecipazione è stata tra il 48 per cento e il 53 per cento.
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