Saman Abbas, l’inchiesta si allarga? La caccia degli inquirenti alla rete di complici
L’inchiesta sulla sparizione di Saman Abbas potrebbero presto allargarsi. Ieri durante l’incidente probatorio disposto dal Gip di Reggio Emilia il fratello della 18enne di origine pakistana ha confermato le accuse nei confronti dello zio Danish Hashnain. Ma gli inquirenti, sulla scorta degli elementi finora raccolti, stanno valutando le posizioni di altri soggetti. Altre persone potrebbero aver condiviso il progetto criminoso dietro la scomparsa della diciottenne. Al momento gli indagati per omicidio premeditato sono cinque. Ovvero Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, i genitori di Saman nel frattempo fuggiti in Pakistan, lo zio e i due cugini Nomanhulaq Nomanhulaq – in fuga, si presume in Europa – e Ikram Ijaz, l’unico arrestato che si trova in carcere a Reggio Emilia.
Ikram ha assistito in videocollegamento all’audizione protetta del cugino minorenne, mentre il suo difensore ha detto che presto il suo assistito renderà dichiarazioni spontanee al pubblico ministero. E proseguono nella campagna di Novellara le ricerche del luogo in cui sarebbe stato seppellito il corpo. Gli investigatori presumono che sia stato occultato nell’area agricola vicina all’azienda in cui lavorava e viveva la famiglia di Saman. La prossima settimana si passeranno al setaccio le serre del terreno. Prima verranno effettuati i carotaggi e sarà nuovamente usato anche l’elettromagnetometro, lo strumento che serve per analizzare i terreni ancora più in profondità.
Il fratello di Saman ieri nell’audizione protetta ha risposto a tutte le domande del gip Luca Ramponi, della pm Laura Galli titolare del fascicolo d’inchiesta, della procuratrice capo reggente Isabella Chiesi e degli avvocati della difesa. Il 16enne è stato descritto come “preparato e tranquillo” dalla legale dello zio, la quale ha ribadito che ha “confermato le accuse”. Nell’interrogatorio il fratello di Saman avrebbe anche difeso i genitori, dai quali vorrebbe tornare. Ma sarà il tutore affidatogli dalla Procura dei Minori a decidere. Tuttora si trova in una struttura segreta dopo la tentata fuga dalla comunità che risale a due settimane fa.
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