Migranti, oggi vertice Draghi-Merkel: l’ultimo tentativo per un patto sulle redistribuzioni. Ma l’Europa è ancora spaccata
Oggi pomeriggio il premier Mario Draghi si recherà in visita a Berlino per incontrare la cancelliera tedesca Angela Merkel, un faccia a faccia organizzato a tre giorni dal Consiglio europeo di fine mese dove tra i punti in agenda ci sarà il dossier immigrazione, come richiesto dal Med5, un gruppo di paesi mediterranei guidato dall’Italia. Per Draghi è una sfida impegnativa, l’argomento è ancora oggi uno dei temi più divisivi delle relazioni tra i governi dell’Unione europea, con i paesi lontani dalla frontiera esterna che cercano di scaricare il problema sui paesi di primo approdo. Tensioni che mettono in discussione anche la geografia delle nuove alleanze interne all’Unione. La Francia infatti, pur essendo un paese del Mediterraneo, non si è unita al gruppo del Med5 guidato dall’Italia perché non subisce la pressione migratoria da mare che invece subiscono Spagna, Italia, Malta, Grecia e Cipro, sottraendosi a quella solidarietà dei paesi del Sud che a Parigi fa molto comodo in altre circostanze, come sui temi economici. Sul dossier immigrazione, i francesi ritornano nell’asse franco-tedesco. Non a caso, mentre Draghi era a Madrid con il premier spagnolo Pedro Sanchez, il presidente francese Emmanuel Macron era a Berlino da Merkel per un bilaterale in vista del Consiglio del 24-25 giugno in cui si è parlato anche del dossier immigrazione. Nella conferenza stampa Merkel ha ricordato che la Germania ha sempre accolto migranti e che riceve un numero di richieste di asilo di gran lunga superiore a quelle dell’Italia. Germania e Francia inoltre sono unite nell’accusare la Grecia di usare l’asilo politico come uno strumento per liberarsi dei migranti.
La Grecia sotto accusa
Il dossier immigrazione è tornato in agenda dopo che Atene è stata accusata di aver permesso ai migranti di recarsi in altri paesi per presentare una seconda richiesta di asilo. Germania, Francia e altri quattro paesi hanno accusato ufficialmente con una nota la Grecia di trattare i migranti in condizioni inadeguate, e di concedere la protezione internazionale ai richiedenti asilo solo per consentire loro di spostarsi all’interno dell’area Schengen con il pretesto del turismo o di una visita ai parenti, offrendo loro l’opportunità di inoltrare una seconda domanda di asilo nel paese visitato. Secondo il rapporto, non sono si tratta di numeri piccoli, da luglio dell’anno scorso la sola Germania ha registrato 17.000 casi di questo tipo, suggerendo che esista anche «un’infrastruttura illegale» creata per occuparsene. Atene respinge tutte le accuse, e afferma che non ci si può aspettare che i paesi in prima linea controllino le frontiere, forniscano strutture di accoglienza dignitose per tutti, gestiscano le richieste di asilo rimpatriando chi non soddisfa i criteri e accogliendo chi ha diritto.
Anche l’Italia viene considerata inadempiente
Riuscire a trovare una mediazione risolutiva è quasi impossibile. L’obiettivo dell’Italia e del Med5 è arrivare a un nuovo patto sull’immigrazione che istituisca un meccanismo automatico per la ricollocazione dei migranti, riformando l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (EASO) e il database comune con i dati biometrici dei migranti (Eurodac). Proposte sentite tante altre volte, ma fonti diplomatiche europee hanno già fatto sapere che non ci sono stati progressi, lasciando intendere che non ci saranno. «Perché la Germania o la Francia dovrebbero accogliere i migranti dall’Italia se Roma continua a non muoversi su altri dossier che riguardano il Patto sulla migrazione?» dicono fonti consultate dall’Ansa, evidenziando che Parigi e Berlino accolgono più rifugiati rispetto a Roma, e che «l’esposizione dell’Italia alla migrazione è al di sotto della media Ue». Dal vertice Draghi-Merkel di oggi forse arriverà una timida promessa di redistribuzione di qualche rifugiato, mentre per il vertice europeo è già pronto il solito impegno ad aumentare gli accordi di partnerariato con i paesi di transito per fermare le partenze, e impedire che i migranti raggiungano l’Europa. «Al fine di prevenire la perdita di vite e ridurre la pressione sulle frontiere esterne europee, saranno intensificati partenariati e cooperazione reciprocamente vantaggiosi con i paesi di origine e di transito, come parte integrante dell’azione esterna dell’Ue», è scritto nelle anticipazioni sul documento finale del Consiglio.
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