«I numeri di Fedez sulle tasse dal Vaticano sono falsi». Monsignor Galantino risponde al rapper
Dopo la nota del Vaticano sul Ddl Zan, il rapper Fedez aveva attaccato la Santa Sede puntando il dito contro i miliardi di euro che la Chiesa dovrebbe allo Stato. «Cinque miliardi secondo l’Unione europea», aveva dichiarato il cantante su Instagram. Un’affermazione che Nunzio Galantino, presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede apostolica, non accetta. «Non c’è più sordo di chi non vuol sentire», ha dichiarato in un’intervista a La Stampa. Lui, l’uomo incaricato di gestire proprio il vasto patrimonio immobiliare del Vaticano, ha chiarito che nel 2020 l’Apsa ha pagato imposte per 5,95 milioni di euro di Imu e 88 milioni di Ires. «A queste vanno aggiunte le imposte pagate da Governatorato, Propaganda fide, Vicariato di Roma, Conferenza episcopale italiana e singoli enti religiosi. Ed è tutto documentato!».
Monsignor Galantino risponde a Fedez
Sul presunto debito di 5 miliardi su tasse immobiliari mai pagate dal 2005 a oggi, Galantino ha parlato di dati non verificabili: «Bisognerebbe farsi dire in base a quale legge e su quali immobili è stato quantificato il debito del Vaticano. Altrimenti è un calcolo che non sta in piedi». Sugli immobili dati in affitto «da sempre le imposte vengono pagate senza sconti o riduzioni», aggiunge Galantino. In passato, però, le polemiche sul mancato pagamento dell’Ici era dovuto «all’esenzione per gli immobili degli enti senza scopo di lucro, integralmente utilizzati per finalità socialmente rilevanti». «Il ragionamento – dice – che giustificava l’esenzione era semplice: i comuni rinunciano all’imposta, perché il vantaggio che la comunità riceve da tali attività è superiore». Rispondendo poi all’affermazione di Fedez sul fatto che in Italia un immobili su quattro apparterrebbe al Vaticano, Galantino dichiara che si tratta «evidentemente di dati fantasiosi e del tutto irrealistici, alimentati dalla leggenda delle immense proprietà accumulate nel tempo dalla Chiesa».
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