Draghi al Consiglio europeo: «La variante Delta mette a rischio la ripresa». E sull’Ema: «Va riformata» – Il video
Dopo un recap degli argomenti affrontati dal Consiglio europeo – lotta alla pandemia di Coronavirus, immigrazione, organizzazione di un incontro con Vladimir Putin, discussioni su singoli casi di geopolitica e ripresa economica -, il premier Mario Draghi ha risposto alle domande dei giornalisti, nella conferenza stampa di chiusura del summit. Nel discorso introduttivo, tuttavia, non sono mancate alcune stoccate relative alla gestione dell’emergenza sanitaria da parte di vari player: «Occorre un rinforzo e forse una riforma dell’Ema – ha detto il presidente del Consiglio, e sui vaccini ha ricordato che – lo Sputnik V non è riuscito ad ottenere l’approvazione dell’Ema e forse non lo sarà mai. Il vaccino cinese non è adeguato ad affrontare la pandemia, l’abbiamo visto in Cile».
La prima domanda arrivatagli dai giornalisti ha riguardato il prossimo incontro che le istituzioni Ue avranno con Mosca. La posizione dell’Italia, spiega Draghi, è che la Russia «è un attore importante sul fronte economico e politico, non può non essere coinvolta, bisogna tenere un dialogo attivo. Nello stesso tempo bisogna esser franchi su ciò che non va, gli attacchi cyber, lo spionaggio, la disinformazione, il rispetto dei diritti umani. Ci vogliono cooperazione e franchezza». E ancora: «Il tentativo di un incontro in formato Ue-Russia andava fatto. Io ho sostenuto la necessità di farlo, perché piuttosto di essere dubbiosi sulla propria potenza, i paesi Ue devono essere orgogliosi della manifestazione di forza che danno quando parlano insieme».
Questione migranti
«Il mio obiettivo non era ottenere un accordo sui ricollocamenti, era prematuro avere un accordo per noi conveniente», afferma il premier, rispondendo a un giornalista che gli ha fatto notare come l’intesa non risolvesse il problema dei Paesi del Mediterraneo, approdi naturali dei flussi migratori. «Il problema dell’immigrazione l’Europa ha bisogno di affrontarlo possibilmente in armonia, ma senza escludere accordi tra Paesi», ha poi chiarito Draghi. Per smorzare i toni sul tema migranti, infine, il premier ha osservato che «la migrazione rientrerà nell’agenda del Consiglio europeo, qualunque sia la proposta di oggi, non mi farei troppi problemi».
Emergenza variante Delta
Di fronte all’arrivo della variante Delta, una mutazione più aggressiva del Sars-CoV-2, «in Italia serve continuare con determinazione la campagna vaccinale, continuare e aumentare i tamponi, aumentare il sequenziamento», ha sottolineato il capo dell’esecutivo, ammettendo che questa nuova variante «crea incertezza anche sulla ripresa economica. A settembre – ha detto – non vogliamo trovarci nella stessa situazione dello scorso anno. In un anno avremo pure imparato qualcosa». Sui contraccolpi economici della variante Delta, Draghi ha portato ad esempio quanto sta accadendo in Regno Unito: «Non vogliamo trovarci in questa situazione, soprattutto in autunno, quando ricominciano le scuole, quando i trasporti tornano ad essere pieni».
Riforma dell’Ema
Draghi, in conclusione di conferenza, è tornato a parlare delle criticità individuate nell’agenzia regolatoria del farmaco europea. «È presto per dire come riformare l’Ema, però ho sollevato io stesso il tema e c’è stata una certa convergenza. È un aspetto complesso, ma certamente nell’ultimo anno abbiamo visto una certa difformità di pronunciamenti tra Ema e le autorità nazionali, esitazioni, certamente anche dovute al fatto che tutti apprendevamo in corso d’opera. Però si è vista una notevole confusione. Credo che Ema abbia bisogno di essere rinforzata per avere i poteri che le spettano e che altre agenzie esercitano in altri Paesi, pensiamo agli Stati Uniti».
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