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Caos M5s, Casaleggio sta con Grillo: «Conte vuole un partito del ‘900. Se non si vota su Rousseau, partono i ricorsi»

25 Giugno 2021 - 10:07 Felice Florio
«Non capisco perché questo nuovo statuto sia stato tenuto segreto» incalza il figlio del co-fondatore del Movimento. Il quale ipotizza «ricorsi» in arrivo per le votazioni che non si terranno su Rousseau

Davide Casaleggio interviene nella partita che Beppe Grillo sta giocando con (o contro?) Giuseppe Conte per il mantenimento delle proprie sacche di influenza nei 5 stelle. Il presidente dell’associazione Rousseau, ormai ex erogatrice dei servizi informatici al Movimento, si schiera apertamente con il comico genovese, co-fondatore del soggetto politico insieme a suo padre Gianroberto. «Le idee di Conte sul M5s non mi sono ancora chiare e non capisco perché questo fantomatico statuto sia stato tenuto segreto in questi mesi. Ma non è con uno statuto che si fa un movimento. Mi sembra più un’organizzazione sul modello dei partiti del Novecento più che un movimento», afferma Casaleggio a Radio Capital. Come ormai emerso dal botta e risposta degli ultimi giorni, anche il presidente di Rousseau sottolinea che, tra Grillo e Conte, «ci sono diverse visioni del Movimento. E queste visioni stanno emergendo». In uno scenario di profonda trasformazione, per Casaleggio ai 5 stelle adesso non resta che «il simbolo. I principi – aggiunge -, per adesso sono ancora scritti nello statuto e nel codice etico ma mi sembra che li vogliano riscrivere per cui si vedrà cosa rimarrà del Movimento». Il capo di Rousseau, nello schierarsi a favore di Grillo e in dissenso a Conte, prende ad esempio la questione sul limite del doppio mandato: «È uno dei tre principi che avevamo proposto nel V-Day, ancora prima della nascita del Movimento».

Casaleggio contro la rifondazione del M5s di Conte

«Due mandati e poi a casa – continua Casaleggio -, semplicemente per far partecipare i cittadini alla politica. Grillo mi sembra che anche ieri – 24 giugno, parlando con i parlamentari 5 stelle -, abbia ribadito il suo punto di vista sui due mandati, crede fortemente che sia alla base della parte fondativa del M5s». Per il figlio del co-fondatore, il Movimento sta attraversando la fase più difficile della sua esistenza, anche perché «quest’anno sono state commesse una serie di violazioni di principi e regole che hanno sempre caratterizzato M5s e che hanno attratto tante persone. Ma se questi principi vengono meno, le persone si disaffezionano». A proposito di regole, Casaleggio evoca la possibilità che il neo-Movimento di Conte venga sommerso di ricorsi per la decisione di non utilizzare più i servizi di democrazia digitale messi a disposizione da Rousseau. «La piattaforma Sky Vote? Nello statuto del Movimento le votazioni si fanno su Rousseau e vengono verificate da Rousseau. Se questo non si verificherà – sottolinea -, potrebbe portare a ricorsi». Il nodo dovrebbe essere sciolto con la modifica dello statuto, ma è proprio su questo punto che Casaleggio individua l’intoppo del passaggio verso una nuova struttura informatica, poiché «per cambiare lo Statuto serve un processo legittimo». E solo Rousseau, a suo dire, è lo strumento previsto dall’attuale carta fondativa del Movimento 5 stelle

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