Sondaggio Ipsos, il confronto tra M5s e Conte: «L’ex premier è popolare, ma senza il Movimento rischia di non prendere molti voti»
La frizione di questi giorni tra Beppe Grillo e l’ex premier Giuseppe Conte scombina nuovamente gli equilibri del Movimento 5 Stelle. La domanda cruciale resta una: chi ha bisogno di chi? Secondo i sondaggi politici, il consenso del M5s si aggira attorno al 16% – una percentuale molto lontana dai fasti del 32% raggiunti alle politiche del 2018. Dal canto suo, Conte raggiunge un livello di gradimento personale tra gli elettori pari al 50%. Ma nonostante l’ex primo ministro risulti piacere a un italiano su due, il rischio è che, se si presentasse alle urne con un suo partito, non sarebbe in grado di sfruttare appieno la percentuale. «Avere stima di Conte non equivale a votarlo», ricorda al Messaggero Enzo Risso, direttore scientifico di Ipsos.
Cosa dicono i sondaggi su Grillo, Conte e il M5s
Ha ragione Grillo, dunque, a dire che è l’ex premier ad aver bisogno di lui? Non è così facile: «Conte prenderebbe un abbaglio se ritenesse che il gradimento verso di lui, indubbiamente alto, fosse la base di un partito come ad esempio En marche di Emmanuel Macron in Francia», spiega Risso. «Intorno a Conte nascerebbe l’ennesima formazione centrista di cui l’Italia ha un record (sono già 18). Il segno della rottura fra Conte e M5S sarebbe quello dell’ennesimo sfilacciamento del sistema politico italiano esattamente l’opposto di quello che gli italiani chiedono». Secondo Risso, al momento gli Italiani prediligono le figure che uniscono il Paese (come Sergio Mattarella e Mario Draghi, che hanno il consenso al 70%). Secondo Nicola Piepoli, fondatore dell’istituto omonimo, un partito di Conte può essere solo «qualcosa che esiste nel mondo fantastico». «Conte, per quanto valido, senza un partito si troverebbe in una posizione diversa rispetto ad avere, come avviene adesso con il M5S, uno scudo che lo protegge», spiega a Il Messaggero.
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