Italia-Belgio e il Black Lives Matter: Lukaku e compagni si inginocchieranno. Cosa faranno gli azzurri?
«Non c’è stata nessuna richiesta. Quando capiterà e ci sarà la richiesta dell’altra squadra, ci inginocchieremo per sentimento di solidarietà e sensibilità verso l’altra squadra». Prima di incappare nella gaffe sul nazismo il capitano della Nazionale Giorgio Chiellini era stato chiarissimo sull’opportunità di aderire alla forma di protesta del Black Lives Matters in occasione degli ottavi di finale di Euro 2020 con l’Austria. Ma quello che è successo ieri sera prima di Belgio-Portogallo adesso impegna gli azzurri. Perché, insieme ai lusitani, Lukaku e compagni si sono inginocchiati come del resto avevano fatto nelle partite precedenti. Anche contro la Russia che però non aveva aderito alla protesta. E quindi venerdì 2 luglio alle ore 21, quando all’Allianz Arena andrà in scena il quarto di finale tra Italia e Belgio, è molto probabile, se non sicuro, che i giocatori avversari faranno richiesta all’Uefa e si inginocchieranno prima del fischio d’inizio.
A quel punto, visto che è stato proprio Chiellini a dirlo, anche l’Italia dovrà farlo. Anche se la Federcalcio, come in occasione dell’ottavo contro l’Austria, non imporrà nulla. E anche se il gesto porterà a rinfocolare le polemiche come quella tra Saviano e Salvini. Prima della partita con l’Austria infatti era arrivata la soluzione di compromesso: gli azzurri si sarebbero inginocchiati soltanto se lo avessero fatto anche gli austriaci. I quali prima hanno fatto un mezzo annuncio con Alaba nella conferenza stampa precedente la partita, e poi non hanno inviato alcuna richiesta all’Uefa. E così alla fine non se ne è fatto nulla. Evitando così perlomeno agli azzurri la soluzione a metà che era andata in scena nella partita contro il Galles. Ma adesso che Lukaku e compagni si inginocchieranno, toccherà anche agli azzurri farlo. A meno che nei quattro giorni che precedono la partita non si trovi un’altra soluzione. Che scatenerà altre polemiche.
Perché i giocatori di calcio si inginocchiano prima delle partite
La pratica di inginocchiarsi prima della partita è una manifestazione contro il razzismo. Il taking the knee ha preso origine dal gesto di Colin Kaepernick, ex giocatore di football che militava nei San Francisco 49ers, che nel 2016 si mise in ginocchio prima di una gara di NFL durante l’esecuzione dell’inno americano. Kaepernick spiegò successivamente che non poteva restare in piedi mentre suonava l’inno di un paese che opprimeva le minoranze. Il gesto è diventato più importante dopo l’omicidio di George Floyd e in seguito alle manifestazione del Black Lives Matters. Nel calcio i primi a muoversi sono stati i giocatori della Premier League, che hanno ripetuto (ma non tutti) in più occasioni il gesto prima della partita. Poi è stata la volta di Inghilterra e Galles, seguite via via dalle altre nazionali. E ricevendo in alcune occasioni i fischi dei propri tifosi. La Francia, che aveva aderito alla protesta, successivamente ha deciso di non inginocchiarsi. Perché, secondo quanto aveva spiegato Varane, nel frattempo la protesta aveva perso significato.
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