Crisi Conte-Grillo, Fico e Di Maio confidano nell’intesa: «Supereremo questi scossoni». Di Battista dal Sud America non si schiera
Dopo le tensioni tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte, che ha parlato oggi annunciando che non lascerà il Movimento 5 Stelle, arrivano le prime reazioni degli esponenti pentastellati. In serata sono giunte le dichiarazioni di Luigi Di Maio, che rappresenta l’altra corrente interna al patito. «Stiamo remando tutti nella stessa direzione», ha dichiarato il ministro degli Esteri, «il Movimento è pronto ad evolversi: confido nell’intesa». Fiducioso sulla transizione a una «leadership» più solida invocata da Conte anche il presidente della Camera Roberto Fico, che in un intervento all’interno del programma “In Onda” su La7 ha confermato la discussione per rivedere lo Statuto del Movimento. «Beppe Grillo ha girato l’Italia e ha sudato sette camicie, Conte ha fatto benissimo il premier», ha detto. «Stiamo facendo una sintesi rispetto al Movimento: mettiamo in comune le migliori risorse».
«In questo momento si stanno confrontando Grillo e Conte», ha insistito Fico. «Troveremo il modo migliore. Dico a tutti gli eletti di lavorare perché la direzione sarà importate e serve il contributo di tutti. Supereremo gli scossoni, sono ottimista e molto tranquillo». Intanto su Twitter il senatore Danilo Toninelli scrive: «Grillo e Conte sono la coppia migliore che la politica possa avere. Da una parte un visionario con i piedi ben piantati nel #M5S e dall’altra una persona capace e competente che ha già dato prova di sé. Questi sono fatti che vanno ben oltre le regole e gli statuti».
June 28, 2021
Di Battista non si schiera
Le dichiarazioni di Conte hanno portato anche Alessandro Di Battista a esprimersi sugli attuali equilibri del suo ex partito. In un post pubblicato sul suo account Facebook, l’ex grillino non si schiera né col fondatore dei 5 Stelle né con l’ex presidente del Consiglio. «Onestamente non devo schierarmi oggi, essendomi schierato 4 mesi fa», scrive Di Battista mentre si trova in viaggio in Sud America. «Non ho lasciato il Movimento per questioni statutarie, l’ho lasciato per ragioni politiche in quanto ha deciso di sostenere un governo pessimo e dunque le politiche di tale governo».
Secondo Di Battista, l’esecutivo di Mario Draghi, sostenuto dal suo ex partito, promuoverebbe «politiche di restaurazione, neoliberali, care a Confindustria e all’establishment», elementi che portano l’attivista a stare «orgogliosamente dall’altra parte della barricata». Quindi l’ulteriore passaggio sul proprio trascorso politico. «La solitudine oggi non mi spaventa più», spiega, «questo lo sa Conte e lo sa Beppe, al quale lo dissi nei giorni in cui si stava pensando al paradossale sostegno al governo di tutti. Non chiedetemi di prendere decisioni che ho già preso e che, condivisibili o meno, sono decisioni chiare. In bocca al lupo ai miei ex-colleghi».
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