Si allarga il fronte anti-Lgbtq+ in Europa: il presidente ceco Zeman definisce i transgender «disgustosi»
«Se affronti un’operazione per il cambio di sesso stai sostanzialmente commettendo un crimine autolesionista. Ogni operazione è un rischio. E queste persone transgender sono davvero intrinsecamente disgustose per me». A pronunciare queste parole è stato il presidente della Repubblica Ceca, Milos Zeman, nel corso di un’intervista rilasciata domenica 27 giugno alla CNN Prima News commentando la controversa nuova legge ungherese anti-Lgbtq+. «Posso capire i gay, le lesbiche e via dicendo. Ma sa chi non capisco per niente? Queste persone transessuali», ha detto Zeman. E non è tutto, perché riferendosi alla bufera scoppiata sull’Europa per via della legge ungherese, il presidente ceco ha difeso pubblicamente il discusso premier ungherese Viktor Orban – «Non vedo alcuna ragione per non essere d’accordo con lui» – e sostenuto che le interferenze degli affari interni di qualsiasi Paese membro dell’Unione europea costituiscono un grave errore politico. Commenti, quelli del presidente ceco, arrivati proprio mentre diverse città in tutto il mondo celebravano il Gay Pride con sfilate e marce arcobaleno per rivendicare i diritti Lgbtq+. Il festival del Pride di Praga è previsto per la prima settimana di agosto.
Secondo ILGA-Europe, un gruppo di advocacy per i diritti civili, gli attivisti cechi temono fortemente che la Repubblica Ceca – dove i matrimoni omosessuali non sono consentiti dalla legge – possa seguire la strada dei vicini, e sempre meno liberali, Ungheria e Polonia. La legge ungherese che vieta la diffusione di contenuti Lgbtq+ nelle scuole – promossa dal partito di Viktor Orban, Fidesz – era stata approvata il 15 giugno con 157 voti a favore e un solo contrario, tra le proteste dell’opinione pubblica e delle organizzazioni per i diritti umani, che hanno sottolineato come il testo somigli molto alla legge russa approvata nel 2013 contro la sedicente «propaganda gay». Anche in questo caso, i materiali che promuovono la diversità sono definiti come «promozione dell’omosessualità». La legge vieta infatti tutti i materiali dei programmi educativi per bambini che si ritiene promuovano l’omosessualità, il cambiamento di genere e il concetto di sessualità che si discosta da quello assegnato a una persona alla nascita.
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