Dall’innamoramento allo strappo, la «relazione complicata» tra Conte e il Movimento 5 stelle – Le tappe
Un amore al capolinea (o quasi). La rottura definitiva tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte non è arrivata, ma l’ex premier ha spiegato di non volersi prestare a «un’operazione politica di facciata, che nasce già all’origine invischiata tra vecchie ambiguità e diffusi timori di abbracciare una svolta», e di non potersi impegnare in un progetto in cui non crede, quello del Movimento 5 stelle. O meglio, in cui ha smesso di credere: perché il sodalizio tra Conte e i pentastellati, dal 2018 all’inizio del 2021, ha visto anche molti momenti felici.
Il M5s lancia per la prima volta il nome di Giuseppe Conte
Alle elezioni politiche del 2018 il Movimento 5 stelle, guidato da Grillo, annuncia che in caso di vittoria avrebbe proposto il professor Giuseppe Conte come ministro per la pubblica amministrazione. Il 21 maggio 2018, Conte viene proposto a Sergio Mattarella come Presidente del Consiglio dai leader della coalizione M5S-Lega. Due giorni dopo, il futuro “Avvocato del popolo” viene invitato al Quirinale per ricevere l’incarico di formare il nuovo governo, che accetta con riserva.
Conte diventa premier del primo governo gialloverde
Il 31 maggio 2018 Giuseppe Conte viene nominato da Mattarella Presidente del Consiglio. All’interno della squadra di governo entrano come vicepresidenti Luigi Di Maio e Matteo Salvini, ministro del Lavoro e ministro dell’Interno. Il 5 giugno tiene il discorso d’insediamento al Senato. Dice che sarà «l’avvocato difensore del popolo italiano». Alla fine dell’esperienza gialloverde, provocata dalla crisi di governo innescata da Salvini, la figura di Conte si avvicina sempre di più al Movimento.
Il blog delle Stelle mette Conte in quota M5s
Nel settembre 2019, in pieno scontro con la Lega, Grillo scopre le carte. Pubblica un post su Il Blog delle Stelle dove nel grafico che illustra la squadra dei ministri si vede che anche il premier Giuseppe Conte è colorato di giallo pentastellato. Una mossa che arriva all’indomani delle dichiarazioni del premier, che qualche che giorno prima aveva spiegato come fosse «inappropriato» definirlo appartenente Cinque stelle. Il passaggio al Movimento sembra però ormai ufficializzato.
Conte premier durante la pandemia: lui cresce, il Movimento crolla
Uno dei momenti più paradossali del sodalizio tra Conte e il M5s è quello dell’esperienza da premier durante l’anno della pandemia da Coronavirus. Durante i primi mesi di gestione dell’emergenza sanitaria, la figura del primo ministro ha un picco di popolarità che raggiunge percentuali oltre il 60%. Il Movimento, invece, continua la sua progressiva discesa dai fasti delle politiche del 2018, quando superarono il 32% di voti (oggi sono circa al 16%). A giugno 2020, quando sembrava che il primo ministro avesse portato il Paese fuori dalla crisi in 3 mesi, un sondaggio Ipsos del 14 giugno illustrava che per gli elettori grillini Conte aveva superato Di Battista per indice di gradimento: non c’erano dubbi che, dopo le dimissioni di Luigi Di Maio da capo politico, doveva essere lui a guidare il Movimento per portarlo anche oltre la Lega (all’epoca al 23%).
Conte diventa leader del M5s
Il 28 febbraio 2021, a pochi giorni dalla fine del suo mandato di presidente del Consiglio, rispondendo ai vari appelli dei big – come Luigi Di Maio e Alfonso Bonafede – Giuseppe Conte entra a far parte ufficialmente del Movimento 5 Stelle e accetta di diventarne il leader.
Grillo gli affida la rifondazione del Movimento
Con il nuovo ruolo di punta nel Movimento arriva anche il sì di Conte al progetto di Grillo nel contribuire alla rifondazione del M5s, nato il 4 ottobre del 2009. «Giuseppe Conte ha raccolto l’invito a elaborare nei prossimi giorni un progetto rifondativo con il M5s. Una sfida cruciale, una ristrutturazione integrale per trasformarlo in una forza politica sempre più aperta alla società civile». È l’annuncio ufficiale comparso sul profilo Facebook del M5s. Un entusiasmo che non durerà a lungo.
Lo strappo con Beppe Grillo
Dopo l’entusiasmo arrivano le tensioni, dovute principalmente al ruolo di Grillo all’interno del “nuovo” Movimento guidato da Conte. E infine lo strappo: dopo le dichiarazioni di Grillo ai deputati – durante le quali il comico ha sparato a zero sull’ex premier («È Giuseppe Conte che ha bisogno di me, non io di Conte») -, il 28 giugno Conte ha tenuto una conferenza stampa al Tempio di Adriano, nella Capitale, dove ha lanciato una sfida finale al garante: «Non faccio il prestanome di un leader ombra», ha detto, per poi chiedere al M5s di votare sul futuro del Movimento.
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