Stop alle scuole chiuse per le elezioni? Arrivano i fondi per trovare sedi alternative
Se la parola “elezioni”, fino a oggi, è stato sinonimo di “stop alle lezioni” e di “vacanza”, da domani per gli studenti d’Italia le cose potrebbero cambiare. Già in vista delle prossime elezioni comunali, la politica si sta muovendo per trovare soluzioni alternative a quella di usare gli istituti scolastici come sede per i seggi elettorali. In Parlamento è stato presentato un emendamento al Decreto Sostegni bis (a firma Casa-Brescia, rispettivamente presidenti delle commissioni Cultura e Affari Costituzionali alla Camera) che incrementa di 10 milioni di euro il fondo per trovare location alternative. Il motivo del cambio di rotta è presto detto: secondo i dati raccolti da Skuola.net, l’88% degli oltre 61 mila seggi elettorali del nostro Paese si trova all’interno delle scuole. Una consuetudine che l’Italia si porta dietro ormai da decenni. Grazie al fondo stanziato, entro il 15 luglio i Comuni dovranno presentare un piano che individui sedi alternative agli edifici scolastici. Così studenti e professori non dovranno più fermare le lezioni per tre-quattro giorni ogni volta che ci sarà un’occasione elettorale in vista.
Fondi per non chiudere le scuole con le elezioni già nel primo decreto Sostegni
Già nel primo Decreto Sostegni, un altro emendamento aveva stanziato 2 milioni di euro per quei comuni che – sempre entro il 15 luglio – avessero fatto domanda per spostare i seggi per le prossime elezioni amministrative, previste tra il 15 settembre e il 15 ottobre. Saranno 12 milioni gli elettori chiamati a votare in oltre 15 mila sezioni, per un totale di 1.307 comuni interessati. Le cose potrebbero cambiare col nuovo emendamento: i fondi potrebbero servire solo ad adeguare gli spazi esistenti e compatibili a disposizione dei Comuni, sena costruire nuovi immobili. «Mi sembra davvero inaccettabile che nel prossimo autunno si perdano altri giorni di didattica», ha detto Vittoria Casa, presidente della Commissione Cultura della Camera a Skuola.net. «Tutti lavoriamo e vogliamo che il prossimo anno scolastico si svolga totalmente in presenza e nella maniera più regolare possibile. Votare quasi esclusivamente all’interno degli edifici scolastici è un’abitudine tutta italiana, all’estero non è così. Vogliamo avviare un percorso e progressivamente portare i sindaci e i prefetti a ragionare sull’opportunità di portare i seggi altrove, all’interno di strutture altrettanto funzionali ma spesso inutilizzate. I fondi ci sono e nel Sostegni Bis faremo tutto il possibile per aumentarli. Ora spetta ai primi cittadini e ai prefetti prendere l’iniziativa e sfruttare questa prima opportunità».