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Vaccinazioni in calo? Figliuolo bacchetta i governatori: «A luglio dosi invariate, ma le Regioni non stanno al passo»

01 Luglio 2021 - 13:47 Luca Covino
Il commissario straordinario durante la visita al centro vaccinale dell'Esercito a Norcia: «Terza dose? Siamo pronti, sui tempi parola agli scienziati»

Francesco Paolo Figliuolo non ha dubbi: a luglio la quota di 500 mila dosi somministrate al giorno sarà «mantenuto». Il commissario straordinario all’emergenza Covid, in visita a Cascia, vicino Norcia, presso il centro vaccinale dell’Esercito, ha ribadito che non ci sono problemi legati all’approvvigionamento dei vaccini. «I numeri», ha spiegato il generale ai giornalisti presenti, «non sono un’opzione: a luglio avremo le stessi dosi di vaccini Rna di giugno». Nonostante la fiducia nella macchina della campagna vaccinale e nelle dosi a disposizione per raggiungere l’immunità di oltre l’80 per cento della popolazione a settembre, Figliuolo ha espresso dubbi sulla capacità delle regioni di adeguarsi alle nuove prescrizioni del Cts in materia di farmaci anti virus.

Le cifre e il «problema» con le Regioni

I buoni auspici di Figliuolo sono legati alle cifre in relazione al rapporto tra il fabbisogno vaccinale e le dosi disponibili. «Questo mese avremo 2 milioni e 600 mila dosi di Astrazeneca per gli over 60 e 14 milioni e 600 mila dosi di vaccini Rna quindi», dichiara, «riusciremo a mantenere le 500 mila somministrazioni quotidiane. A fine settembre», ha poi sottolineato il generale, «avremo l’80 per cento della popolazione vaccinata». Nelle sue dichiarazioni in Umbria, il commissario ha sottolineato anche un «problema», cioè «le agende di molte Regioni, programmate prima che uscissero le nuove prescrizioni del Cts che portano Astrazeneca a essere utilizzata solo per le seconde dosi per gli over 60».

Le parole di Figliuolo arrivano dopo una serie di dichiarazioni e contrasti tra Roma e governi locali. Ultimo episodio le frasi del governatore della Campania Vincenzo De Luca, che lunedì scorso ha attaccato Speranza e lo stesso generale per «la comunicazione demenziale su AstraZeneca». La tensione degli ultimi giorni con le Regioni ha avuto anche altri episodi. Lo scorso 17 giugno, per esempio, Lombardia, Lazio e Puglia avevano chiesto chiarimenti al governo sulle linee guida per il prodotto anglo-svedese, nonostante il «messaggio chiaro» del ministro Roberto Speranza sull’obbligo di inoculazione esclusivo agli over 60 e l’ammonimento dell’Aifa sul «protagonismo» dei governatori regionali. Quindi la decisione di permettere il completamento del ciclo vaccinale per gli under 60 che abbiano ricevuto AstraZeneca come prima dose.

Lo scenario della terza dose

Che la tutela vaccinale contro il Covid non si fermi all’inoculazione di due dosi è scenario plausibile ai più. Lo stesso Figliuolo ha parlato delle future somministrazioni di una terza dose, richiamo utile a proseguire l’immunizzazione della popolazione nel Paese. «Stiamo pensando a una eventuale terza dose. Con il ministero della Salute abbiamo già fatto delle opzioni di acquisto, quindi le dosi ci saranno, ma sarà la scienza a dirci se e dopo quanto tempo deve essere inoculato il richiamo. Siamo pronti, ci stiamo attrezzando, ma la nuova filosofia», ammette il generale, «è quella di andare sui medici di medicina generale, sulle farmacie e chiaramente sui nosocomi che rimarranno attrezzati anche per le vaccinazioni, per uscire, invece, dalle logiche dei grandi hub».

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